Il canale di opposizione Dozhd, bandito in Russia, proviene dall’estero

Il canale di opposizione Dozhd, bandito in Russia, proviene dall’estero

Il canale televisivo di opposizione Dogd, che ha sospeso le sue attività dopo essere stato bandito in Russia, ha ripreso lunedì a trasmettere dall’estero, mentre la sua redazione è fuggita dall’aggravarsi della repressione in seguito all’attacco in Ucraina.

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Sul suo canale YouTube, i media hanno trasmesso dalle 17:00 GMT (13:00 ora del Quebec) un programma di notizie presentato dal suo caporedattore e presentatore Tikhon Dziadko.

Il 3 marzo, nei primi giorni dell’offensiva del Cremlino in Ucraina, Djed ha scelto di sospendere il suo lavoro dopo essere stata fermata dal regolatore russo delle comunicazioni, che l’ha criticata per la sua copertura critica del conflitto.

Poi le autorità russe hanno approvato una legge che punisce con la reclusione fino a 15 anni per aver diffuso “informazioni false” sull’esercito russo. Per questo motivo diversi dissidenti e giornalisti sono stati perseguiti dopo aver denunciato l’attacco in Ucraina.

Allo stesso tempo, i siti web di dozzine di altri media indipendenti sono stati bloccati in Russia e molti giornalisti hanno scelto l’esilio per evitare il processo.

Dogged ha dichiarato in un comunicato di aver aperto una nuova redazione in Lettonia e di aver ottenuto una licenza per la distribuzione nell’Unione Europea. Ha spiegato che sarebbe proprietaria di studi a Riga, Amsterdam, Tbilisi e Parigi.

«Pendant ces quatre mois et demi où Dojd n’a pas travaillé, une guerre sanglante et insensée, menée par les dirigeants de la Russie contre l’Ukraine, s’est poursuivie, des gens meurent, dé vitres sonté» il canale.

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“Oggi, più che mai, i cittadini russi dovrebbero avere informazioni indipendenti”, ha continuato, sottolineando che il conflitto in Ucraina stava “distruggendo le città ucraine e il futuro della Russia”.

Dice che riprenderà gradualmente la trasmissione gratuita sui social media, YouTube e le reti TV.

Il canale Dojd è iniziato nel 2008 e da allora copre attivamente i principali movimenti di protesta in Russia.

Nel 2021 la giustizia russa l’ha classificata come “agente straniero”, una situazione che comporta severe restrizioni amministrative a pena di multe o divieti, e ha già notevolmente complicato il suo lavoro.

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