Giorgio Chiellini, L’arte e l’intelligenza della guerra

È impossibile mancare. Il naso di Giorgio Chiellini era frastagliato e piatto, ed è tornato da tutti i colpi e da tutte le fratture. Quattro all’ultimo conteggio. È un momento convincente, e testimonia soprattutto il gusto del suo proprietario per il combattimento e lo stretto contatto con gli attaccanti. Sempre con il numero 3 alle spalle, l’italiano vive di e per la scherma quando il difensore in quel momento loda l’evitamento del difensore.

A quasi 37 anni, il capitano dell’Italia si prepara a combattere la sua ultima battaglia d’elezione. E che battaglia! La finale degli Europei contro l’Inghilterra nel suo giardino londinese a Wembley, domenica 11 luglio. In anticipo, il cittadino di Pisa si abbandonava ai fischi e alla faida dei sostenitori dei Tre Leoni Dopo un intervento muscolare su Harry Kane, casualmente.

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“Mi sono sempre considerato il brutto anatroccolo, per niente carino”, ha detto di mail giornaliera L’anno 2015 non è senza orgoglio di vendetta. Giorgio Chiellini rivendica il suo status di “giocatore normale” Meno viziato della natura un eroe (“dotato” in italiano) come lo spagnolo Sergio Ramos o l’olandese Virgil van Dijk in carica. È consapevole dei suoi limiti e potrebbe anche essere la sua forza.

Quando un giornalista gli ha detto durante il torneo che si sta avvicinando alla fine del suo contratto con la Juventus Torino come Lionel Messi con l’FC Barcelona, ​​​​si occupa dell’ironia e dell’interferenza scivolosa. “Messi ed io siamo anche due da sinistra, ma purtroppo leggermente diversi nella tecnica”.

Divertente, intelligente e istruito

In questa risposta data al termine della conferenza stampa, possiamo intuire l’altro lato del personaggio. Dietro il viaggiatore rude e virile trafigge un uomo divertente, intelligente e colto. Questa dualità è stata a lungo notata nel rugby ancora dilettante, dove editorialisti esuberanti e cameriere puttane potrebbero essere medici onorevoli o avvocati esperti nel mondo civile Giorgio Chiellini, vivendo dei suoi trattamenti e interventi tirannici. Perché gioca un calcio di sacrificio, chiede che ci dovrebbero essere nemici per migliorare se stesso.

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Ma quello che agli altri può sembrare stupidamente carico di testosterone e basso in fronte, assume una connotazione più nobile in bocca al difensore con le 111 selezioni intervistate dal magazine. Così ha presentato. Le parole ‘nemico’ e ‘odio’ hanno una brutta connotazione, perché si riferiscono a sentimenti molto forti, che non appartengono ai miei valori o ai valori dello sport, Conferma. Ma in qualche campo, se li senti come me, li sento, non contraddice il concetto di rispetto, ti aiuta e basta. Secondo me, la competizione atletica è qualcosa che ti rende migliore, ti aiuta a superare i tuoi limiti e accende qualcosa di profondo dentro di te. “

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