sabato, Dicembre 14, 2024
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Magazzini Amazon: in Arabia Saudita si denuncia il trattamento “abominevole” dei lavoratori

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Martedì, Amnesty International ha condannato il trattamento “abominevole” subito dai lavoratori migranti nei magazzini di Amazon, il colosso americano della distribuzione online, nel Regno dell’Arabia Saudita.

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I “travailleurs contractuels” sono gestiti mediante assunzione di agenti, tra cui “privilegi di reddito, alti livelli di cattive condizioni e la possibilità di provare ad aprire una casa o di rimuovere i pagamenti”, il che conferma l’organizzazione di protezione degli esseri umani, un rapporto.

“Pensavano di cogliere un’occasione d’oro con Amazon, ma hanno finito per subire abusi che hanno lasciato molti di loro traumatizzati”, ha detto Steve Cockburn, un funzionario di Amnesty International, affermando che alcuni casi “potrebbero raggiungere il livello del traffico di esseri umani”.

Il rapporto si basa sulle testimonianze di 22 nepalesi che hanno lavorato nei magazzini di Amazon nel Regno del Golfo tra il 2021 e il 2023.

Amnesty International sospetta che “centinaia di altre persone siano state sottoposte a trattamenti altrettanto orribili”.

Secondo l’organizzazione, i lavoratori credevano che sarebbero stati assunti direttamente dall’azienda americana e avevano contratto ingenti prestiti per pagare le spese di assunzione.

Al loro arrivo in Arabia Saudita, hanno trovato alloggi “sporchi e sovraffollati”, a volte infestati da cimici dei letti, nonché condizioni di lavoro “stressanti” con supervisione costante e tempo di riposo insufficiente, che a volte hanno portato a infortuni, secondo Amnesty International.

Amnesty International ha affermato che il sistema di “sponsorizzazione” imposto ai lavoratori stranieri nel Regno impedisce loro di cambiare lavoro senza l’approvazione del datore di lavoro e limita la loro capacità di lasciare liberamente il Paese.

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In una dichiarazione inviata all’AFP, il vicepresidente delle operazioni globali di Amazon, John Felton, ha affermato di essere “profondamente preoccupato” per il fatto che alcuni lavoratori a contratto in Arabia Saudita “non siano stati trattati secondo gli standard da noi stabiliti, con dignità e rispetto”. “Se lo meritano.”

La società ha affermato che sta lavorando con un “fornitore terzo” per migliorare le condizioni abitative e compensare “i salari non pagati o le spese di assunzione pagate dai lavoratori”.

Amnesty ha inoltre invitato le autorità saudite a indagare sulle violazioni e a migliorare le condizioni dei lavoratori stranieri.

Il governo saudita non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

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