In Italia, gli ultimi segreti del caso di Cristina Mazzotti, rapita e uccisa dalla mafia calabrese nel 1975.

In Italia, gli ultimi segreti del caso di Cristina Mazzotti, rapita e uccisa dalla mafia calabrese nel 1975.

È una storia vecchia, un caso d’altri tempi, che convoca davanti al tribunale di Milano quattro uomini, tra i 69 e i 78 anni, e ci riporta indietro di quasi mezzo secolo, all’estate del 1975, agli inizi del “la stagione dei rapimenti”, quando i rapimenti scatenarono… la paura del riscatto in Italia. Questo giovedì 19 ottobre, davanti ai tribunali, la memoria potrebbe venir meno e probabilmente rimarranno in silenzio. Va anche detto che hanno perfezionato l’arte dell’occultamento nel corso di quasi cinquant’anni. Secondo l’accusa questi quattro pensionati sono legati alla mafia della ‘ndrangheta e alla mafia calabrese, e quello che li riunirà in tribunale può essere definito, vista la loro esperienza, un incarico di inizio carriera. Ma il “caso Mazzotti”, di cui si parlerà, è molto più di questo: tormenta i giudici come un dossier maledetto.

Cominciamo con le presentazioni del quartetto. Demetriu Latella, il “killer”, nel gergo della polizia, già condannato all’ergastolo e poi rilasciato sulla parola, da allora ha mantenuto un basso profilo come umile giardiniere. Giuseppe Calabro, detto u Dutturicchiu (“il dottorino”), in riferimento ai suoi studi di medicina, è un noto trafficante di droga con sede a Milano. Antonio Tallia sarà vicino ai clan del borgo di Africo Calabria. Giuseppe Morabito, il membro più anziano del gruppo, risiede da molto tempo nel nord della Lombardia, sebbene la sua famiglia controlli la stessa roccaforte di Pointe de la Bute. Questi quattro uomini, che appaiono liberi nonostante la loro discendenza, rischiano l’ergastolo. Sono sospettati di essere responsabili del rapimento e dell’omicidio della studentessa liceale diciottenne Cristina Mazzotti, nella zona del Lago di Como, nella famosa estate del 1975.

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All’epoca, la ‘Ndrangheta faceva affidamento sul riscatto derivante dai rapimenti per raccogliere fondi e instillare paura mentre si diffondeva nel nord della penisola. Il più famoso di questi rapimenti fu quello del sedicenne John Paul Getty III nel 1973. L’erede di questa dinastia industriale americana fu trovato vivo, ma con l’orecchio tagliato, sull’autostrada dopo cinque mesi di prigionia e un pagamento di 1,7 milioni di dollari. Un miliardo di lire (ovvero 12,6 milioni di euro oggi). In questo contesto, due anni dopo, venne presa di mira la famiglia Mazzotti. Helios, il padre, è un commerciante di grano di successo che viaggia spesso in Argentina. Con la moglie Carla hanno tre figli: Vittorio, Marina, e la più giovane, Cristina, soprannominata “Cri-Cri”.

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