Doctor Doom dà una svolta oscura a un classico cliché della fantascienza

Doctor Doom dà una svolta oscura a un classico cliché della fantascienza

Doctor Doom dà una svolta oscura a un classico tropo fantascientifico creato per la prima volta dal leggendario scrittore Isaac Asimov. In Venom #24, Eddie Brock fa visita al re della Lettonia, ma prima di poter arrivare a Doom, deve affrontare una sfida da parte di Killer Doombots. Durante la battaglia, i lettori apprendono che Doctor Doom ha programmato i Doombot con una versione contorta di un pilastro del genere fantascientifico.

Venom #24 è stato scritto da Al Ewing, disegnato da Sergio Davila, firmato da Sean Parson, colorato da Frank D’Armata e scritto da Clayton Cowles. Eddie Brock è all’aeroporto internazionale di Latveria, dove i Doombot stanno sostituendo i doganieri. Doombot chiede a Eddie, che viaggia sotto pseudonimo, se ha qualcosa da annunciare. Eddie dice di no, e Doombot poi gli chiede di mettere il suo bagaglio attraverso la macchina a raggi X, ma Eddie rifiuta, facendo arrabbiare Doombot. Eddie ordina che il suo bagaglio venga controllato, ma all’improvviso Bedlam emerge dalla valigia e attacca Doombot. Lo stratagemma di Eddie viene scoperto. Dice ai Doombot che ha degli affari in sospeso con il Dottor Destino. I robot lo identificano come Venom e lui lo chiama il “nemico della morte”. Uno dei robot cita poi la prima legge di Doombotics: non lasciare vivere nessun nemico del destino.

Doombotics di Doctor Doom è basato su un classico film di fantascienza

I fan di fantascienza di lunga data potrebbero riconoscere la prima legge di Doombotics, o almeno una sua versione. Negli anni ’40, il pioniere dello scrittore di fantascienza Isaac Asimov creò le Tre Leggi della Robotica, un sistema di regole in base al quale venivano programmati tutti i robot nel suo mondo immaginario. La Prima Legge afferma che i robot non possono nuocere agli esseri umani, né permettersi di essere danneggiati da alcuno. La seconda legge afferma che i robot devono obbedire agli esseri umani, a condizione che ciò non sia in conflitto con la prima legge. Infine, la terza legge impone ai robot di proteggere la propria esistenza, a condizione che non sia in conflitto con le prime due leggi. Queste leggi fornirono un quadro utile per il mondo di Asimov e furono ampiamente adottate dal genere nel suo insieme. Ora Doctor Doom ci ha dato la sua interpretazione.

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Quanto sono rigide le regole del Dottor Destino?

Fin dalla sua prima apparizione, il Dottor Destino ha fatto affidamento sul suo esercito di Doombot per portare a termine la sua volontà. A volte i Doombot sostituiscono Doom e altre volte servono come suoi soldati, come visto in Venom #24. Ci sono stati casi in cui Doombot sembra sviluppare una mente propria, il che potrebbe portare Doom ad adottare una versione oscura delle Tre Leggi della Robotica di Asimov. Le storie di Asimov, così come quelle basate sul suo lavoro, hanno mostrato che c’erano difetti e ambiguità in queste leggi, il che porta alla domanda: fino a che punto le leggi della morte sono assolutamente definitive? Qualcuno può sfruttare il mistero di Doombotics?

L’appropriazione da parte del Dottor Destino delle leggi della robotica di Asimov parla anche della sua arroganza e arroganza. Le Leggi di Asimov sono diventate un punto fermo del genere fantascientifico e Doom se ne è appropriato, distorcendole per i propri scopi. In un gesto di pura arroganza, lo ribattezzò “Leggi Doombotix”. Sebbene la questione non riveli quali siano le altre leggi, si può presumere che ruotino tutte attorno al Dottor Destino. Ha rubato una delle migliori innovazioni nel genere fantascientifico e l’ha corrotta, trasformandola in un esercizio di terrore ed ego.

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