Lo storico Alessandro Barbero deplora lo stato delle biblioteche in Italia

« La situazione delle biblioteche italiane è in coma; e l’impressione di tutti coloro che avrebbero bisogno di loro per fare il loro lavoro è che ai ministri dei beni culturali e alle università non importa affatto. »Ecco la dura denuncia dello storico e scrittore Alessandro Barbero, in libreria con il suo saggio Dante, pubblicato per Laterza, che è tra i più venduti in Italia.

Questo insegnante di storia è diventato da tempo un volto familiare per un pubblico più ampio, grazie in particolare ai suoi podcast e alle sue conferenze in cui dimostra un’eccezionale arte narrativa orale.

Ha appena pubblicato sul quotidiano italiano La stampa un articolo che denuncia la situazione delle biblioteche italiane, di cui abbiamo spesso elogiato la resilienza e la capacità di offrire nuove soluzioni, come la consegna a domicilio dei libri. Tuttavia, per studenti e professionisti del libro, queste misure non sembrano sufficienti, come ci ricorda Alessandro Barbero. Le biblioteche infatti rappresentano la possibilità di accesso diretto a fonti e documenti e, purtroppo, questa condizione non è sempre soddisfatta.

“Restrizioni cerebrali incomprensibili”

«Milioni di persone, inclusi figli e nipoti di molti che leggono questo articolo, non possono lavorare normalmente, non a causa di restrizioni dolorose, ma necessarie, ma a causa di restrizioni cerebrali incomprensibili, che sembrano essere dovute al panico e al rifiuto di assumersi qualsiasi responsabilità»Specifica lo storico.

Infatti, l’unica funzione garantita dalle biblioteche è quella del prestito:“Molte biblioteche sono aperte solo in prestito. Scrivi per richiedere un libro e ricevi un appuntamento per ritirarlo. Temo che molti gestori di biblioteche la pensino solo in questo modo, dopotutto la biblioteca sta facendo il suo lavoro; e non lo è.»

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Per descrivere lo stato attuale delle biblioteche, che deplora, utilizza un confronto efficace: “La biblioteca che presta un libro su appuntamento è come un paziente tenuto in vita da ossigeno e flebo: tecnicamente non è morto, ma non è la vita reale. “Inoltre è diventato sempre più complicato organizzare eventi nelle biblioteche, anche se molte di esse sono attive online, e renderle poli attivi di cultura e socialità.

Biblioteche non sempre accessibili

Per fare una panoramica dei vincoli che considera cerebrali ed eccessivi, Barbero fa l’esempio delle biblioteche universitarie e specializzate che non sono più aperte a tutti come prima: “E poi ci sono le biblioteche dove puoi entrare solo se appartieni agli eletti. Molte biblioteche universitarie italiane hanno deciso che i loro servizi, finché dura l’emergenza, sono riservati ai loro insegnanti e studenti.. »

E aggiunge un esempio molto concreto: “Il risultato è che una mia dottoranda, laureata a Bologna e residente a Bologna, non può lavorare nelle biblioteche dell’Università di Bologna, perché il suo dottorato è all’Università del Piemonte Orientale.»

Le biblioteche sono ormai difficilmente accessibili direttamente in Italia (è impossibile accedere ai libri, salire le scale, passeggiare tra gli scaffali, ecc.).

Per invertire o almeno migliorare questa situazione lo storico vuole nuove decisioni: “Sarò molto felice di essere contraddetto dai Ministri dei Beni Culturali e dell’Università, non con parole, che non costano nulla, ma con misure concrete affinché, in questo periodo di epidemia, le biblioteche italiane mettano in atto misure coerenti e motivate per combattere la pandemia, evitando misure indiscriminate e immotivate che colpiscano a morte un altro grande settore strategico e vitale della società e dell’economia italiana. »

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Credito fotografico: dominio pubblico

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