Alexei Navalny è stato arrestato non appena è atterrato a Mosca

Alexei Navalny, il più noto e combattivo oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato arrestato all’aeroporto di Mosca dove è atterrato domenica sera sulla via dalla Germania, dove era stato curato negli ultimi mesi da un avvelenamento ordinato secondo lui – e secondo molti ricostruzioni – dai servizi di sicurezza russi loro stessi. Dopo essere stato rilevato dagli agenti al controllo passaporti dell’aeroporto, le autorità giudiziarie russe hanno annunciato che il suo arresto è avvenuto in attesa di un’udienza che dovrà valutare l’accusa che Navalny abbia violato gli obblighi di una precedente condanna a detenzione.

Il portavoce di Navalny ha riferito che all’avvocato di Navalny è stato impedito di seguirlo in quanto lei aveva già superato il controllo passaporti e che non poteva vedere i suoi avvocati nemmeno nella caserma di polizia dove è stato poi portato Navalny.

Navalny aveva lasciato Berlino e aveva pubblicato un breve video su Instagram dove sua moglie dice “Ragazzo, portaci della vodka: andiamo a casa” (uno citazione dal film russo Il fratello maggiore). Il governo russo aveva annunciato nei giorni scorsi che sarebbe stato arrestato al suo arrivo e poche ore prima del suo arrivo centinaia di persone si erano radunate all’aeroporto di Mosca Vnukovo per accoglierlo. Dopo ore di tensioni e scontri tra polizia e sostenitori di Navalny, però, all’ultimo momento l’aereo di linea su cui viaggiava è stato dirottato su un altro aeroporto, dove Navalny è stato poi arrestato.

Al momento non è chiaro cosa accadrà a Navalny, se sarà incarcerato solo per un breve periodo come ha spesso fatto negli ultimi anni, o se sarà trattenuto più a lungo. Il suo arresto è legato alla violazione dei termini di una condanna ricevuta qualche anno fa, secondo la quale Navalny deve denunciare due volte al mese alla polizia carceraria (una sorta di obbligo di firma): mentre era in convalescenza in Germania, ovviamente. , ha violato le condizioni della pena.

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Jake Sullivan, il prossimo consigliere per la sicurezza nazionale di Joe Biden, ha chiesto il “rilascio immediato” di Navalny, una richiesta simile a quello fatto dal ministro degli Esteri tedesco, dal ministro degli Esteri francese e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

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