Una donna italiana appare incatenata “come un animale” davanti a un tribunale ungherese dopo una protesta antinazista

Una donna italiana appare incatenata “come un animale” davanti a un tribunale ungherese dopo una protesta antinazista

Lunedì 29 gennaio Ilaria Salles, italiana di 39 anni, è stata citata in tribunale in Ungheria. È apparsa in tribunale completamente incatenata ed è stata “trattata come un animale”, secondo suo padre. La scena fece arrabbiare Roma.

Ilaria Sales, insegnante di italiano di 39 anni, è stata arrestata a Budapest lo scorso febbraio dopo una contromanifestazione contro un corteo neonazista. Lunedì 29 gennaio è apparsa davanti al tribunale di Budapest, incatenata dai polsi alle caviglie. Queste foto sono finite sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani, suscitando un'intensa indignazione nella penisola.

Il cittadino italiano è accusato di tentata aggressione ed è sospettato di far parte di un gruppo estremista di sinistra. Ilaria Salles nega totalmente queste accuse, che potrebbero portarla a 11 anni di carcere.

Crisi diplomatica

Queste immagini fanno arrabbiare l’Italia, anche ai massimi livelli del Paese. Di conseguenza, Roma convocò il suo ambasciatore ungherese per chiedere spiegazioni. “Questa volta mi sembra che la questione sia andata troppo oltre”, ha detto martedì alla radio italiana il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. opinione.

Anche se nega di voler interferire nel sistema giudiziario ungherese, “trattare un detenuto in questo modo sembra davvero inappropriato e non in linea con la nostra cultura giuridica”, afferma.

Roberto Salles, il padre di Ilaria, chiede da mesi un intervento in materia da parte del governo del premier conservatore Giorgia Meloni.

Condizioni di detenzione “disumane”.

Secondo Roberto Salles, sua figlia lunedì è stata trattata in tribunale “come un animale” e vive in condizioni “disumane” in un carcere di massima sicurezza, in una cella infestata da insetti, con mancanza di cibo e articoli da toeletta.

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Il Consiglio d’Europa, un organismo per i diritti umani, ha criticato le carceri ungheresi definendole tra le più sovraffollate del continente.

Giorgia Meloni, leader del partito postfascista Fratelli d'Italia, è vicina da anni al primo ministro nazionalista ungherese Viktor Orbán. Tuttavia, il primo ministro italiano sostiene fortemente la difesa dell’Ucraina dall’invasione russa, mentre Viktor Orbán ha mantenuto stretti rapporti con il Cremlino.

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