Slice of Life: stagioni passate…

Slice of Life: stagioni passate…

Dopo un lungo inverno, come la primavera che torna ogni anno, la mia età ritorna con la stessa costanza con l’arrivo delle oche delle nevi. Quest’anno, dopo il mio compleanno, non so cosa mi sia successo, ma pensando agli anni davanti a me, mi sono sentita delusa. Avevo l’impressione che quando qualcuno prendeva un virus del raffreddore, sarei morto. Ti sembra che ci siano cose che è meglio non dire ad alta voce, perché quando vengono dette, accadono. Anche se direi quelle cose che, invecchiando, diventano importanti.

In giovane età pensiamo al futuro e ci sforziamo di raggiungere gli obiettivi prefissati: andare avanti, questo è quello che devi fare! All’età in cui mi trovo, se ho tempo per valutare e riflettere, però, non ho più tempo da perdere a lottare contro ciò che so di non poter cambiare. Oggi, lo vedo, tutte le battaglie delle epoche passate mi adombrano. Non sono più testarda o coraggiosa come quando ero giovane. Sono fisicamente meno attivo e meno flessibile. Ora ho molti difetti meccanici: i miei movimenti non hanno più la stessa fluidità o lo stesso volume, i miei occhi vedono poco e il mio udito a volte diventa sordo.

La mia vita si sta aprendo a un’altra modalità di esistenza e non mi avvicino più alla quotidianità allo stesso modo. Poiché ho più tempo, mi permetto di rimandare la routine che un tempo aveva l’onore del tempo. Ciò che ieri è stato fatto in un lampo, ora viene fatto più lentamente; Ci sono solo poche cose nel programma, quindi il ritardo non ha conseguenze. Se il tempo era invecchiato e la mia vita quotidiana era stata segnata da più ozio e stanchezza, il mio temperamento aveva conservato i suoi diritti. L’età non ha corretto il mio carattere impaziente e ribelle: aspettare e mollare o, come si suol dire, “sopportare pazientemente i propri problemi” sono sempre adattamenti di me piuttosto che della mia natura. So benissimo che non supererò il dolore e la morte; Non ho l’età per rivaleggiare con chi sa soffrire in silenzio con coraggio. Per non vedere la vita in rosa, niente è peggio della sofferenza! La volontà di Dio sarà fatta Non mi va bene! Non sono affatto eroico e la sofferenza per me è disumana.

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Ruoli invertiti

Da quando l’età si è astutamente gettata su di me, tra me ei miei figli, i ruoli sono in via di declino. Non sono più utile a proteggerli né dai mali dell’amore né anche dalle sventure della vita, ma piuttosto da lontano li guardo soffrire e piangere e lavorare e amare e sbocciare. Perché ora vedo più facilmente sotto gli strati di sguardi e apparenze, vedo che sono adulti più realizzati ed emotivamente stagionati di me. Non discuto più con le loro decisioni, cedo alle loro argomentazioni e perdono i loro piccoli difetti. A causa del mio tenero amore per loro, cerco di nascondere le mie paure in loro presenza. Se preferisco vivere ai margini della loro vita è perché non voglio assolutamente dipendere da loro; Il solo pensiero che avrebbero pietà di me mi fa piangere il cuore. Tuttavia, erano il centro della mia vita e mi viene ancora in mente di dire loro parole così materne : copriti calorosamente! Fai attenzione durante il viaggio!

I miei nipoti sono dell’umore giusto. Si rallegrano di gioie che richiedono solo un cuore aperto. Attraverso occhi e abbracci ci parliamo. Penso a loro e sorrido loro e il mio cuore batte con questa semplice gioia della loro presenza. Hanno una parte della mia vita e nessuna distanza o assenza spezzerà il legame di affetto che ho con loro.

Vita che gira

La vita è accelerata e molte cose sono cambiate. Oggi ho meno voglia di assistere a spettacoli e concerti. Quando mi propongono i voli, penso ai preparativi, alle interminabili attese negli aeroporti, alle valigie che potrebbero non arrivare, non mi sento felice. E poi, dopo dobbiamo tornare alla dura realtà! Avevo ancora il desiderio di quelle attività che, ad alcuni, sembrano inutili, ma mi hanno nutrito e le amo ancora: mi è ancora necessario leggere e scrivere. Mi sono realizzato attraverso i libri e le parole e attraverso di essi sto ancora facendo i conti con la mia nuova era. Se avessi l’Alzheimer e dovessi rinunciare a leggere e scrivere, sarebbe ansia e noia. Dicono che comunichiamo bene solo quello che ci piace, quindi è con le mie parole che in ritiro mi adopero per volermi bene.

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Mi rendo conto di aver avuto una vita meravigliosa e piena e mille motivi per vivere felice, tra i quali ho fatto molta strada nella scrittura e nell’editoria. Noto oggi, con incredulità e imbarazzo, che nella nostra società in cui abilità, interesse e talento sono equiparati, invece di scegliere il manoscritto dell’esperienza, l’editore sceglie il manoscritto del giovane scrittore o della star affermata che venderà. Il denaro diventerà il criterio più importante per la pubblicazione? Un fatto sembra emergere: questo campo dell’editoria è davvero circondato da questa forma di disapprovazione che alcuni chiamano ageismo. Ecco cos’è, l’età non seduce! Devo rassegnarmi ad essere “era”! Lo accetto senza pensarci due volte, perché per me non è né denaro né gloria; Sono solo arrabbiato per questo, perché mi sento già così onorato e premiato di avere titoli sugli scaffali delle librerie. Ecco fatto, la professione dell’autore è ormai alle mie spalle. Non ho più un futuro, un piccolo presente e un lungo passato. Detto questo, infatti, ho ben poco tempo davanti a me da perdere in sterili timori e lamentele che, comunque, non permetteranno di esaudire il mio desiderio di pubblicare.

Chissà quali capitoli sono rimasti da questa parte della mia vita? Sembra che non usciamo vivi dalla vita! Sì, la morte mi preoccupa e sì, ho il terrore come se fossi nella sala d’attesa di un dentista o di un medico! Temo la malattia, le operazioni, la sofferenza, l’immobilità e soprattutto una lunga vecchiaia.

Inoltre, dopo tutti questi anni passati a sostenermi a vicenda, sono diventato terribilmente egoista e ho paura che la persona che amo muoia prima di me. In questo momento fragile della mia vita, non c’era più alcuna questione di indipendenza. Preferisco ancora e sempre la complicità, l’assistenza reciproca e la condivisione. Inoltre, quando verrà il momento, voglio solo stargli accanto, sentire la sua voce come se fosse accarezzata e mettere la mia mano nella sua.

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Per ora vivo in uno stato di beatitudine, perché è arrivata una meravigliosa primavera. vivi, vedi, ascolta e ama; Cosa si potrebbe chiedere di più?

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