Per favore, Marco Verratti, non farti del male prima di febbraio, per favore

Per favore, Marco Verratti, non farti del male prima di febbraio, per favore

Nel Parco dei Principi,

Una valutazione critica del nostro picnic lontano dal nostro divano riscaldato un sabato sera? Perso il dito medio della mano destra per la causa a quarant’anni, una coppia di tifosi ubriachi sotto che ci fa venire voglia di andare a porte chiuse, e uno spericolato grido d’amore per il nostro artista preferito, Marco Verratti. Era l’epoca di quel piccolo ponte solitario di YouTube o non lontano sul povero Duverne, prima del suo solito cartellino giallo.

È l’ottava in dieci gare di prima divisione in questa stagione, due numeri che confermano sia l’indisciplina dell’italiano che la sua frequente fragilità, i due costruttori che hanno accompagnato la sua carriera parigina. Tuttavia, nel resto del tempo, l’italiano può essere un ottimo giocatore, portiere, scout e generale, come preferisci.

100 passaggi tentati, quasi 1 gol segnato

È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo visto il centrocampista italiano saltare agilmente le linee camminando sul filo del rasoio, cadendo colpi, cariche, mani in maglia e tutto il caos. Avrebbe dovuto segnare anche dopo la sua mossa caratteristica, un backspin seguito da un bel passaggio dall’esterno ad Angelito, ma il suo tiro appuntito è virato sul palo quando l’intero parco – ben la banda di 5.000 persone – era in attesa di festeggiare il gol annuale dal suo capo magliaia. Verratti ha avuto una seconda chance sull’ultimo inciampo, ma da sinistra a 20m sembrava puntasse alla luna con una lancia, quindi ha preferito spostare Kehrer (per niente), come un verbo sbagliato.

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Potrebbero essere le colombe di lampone trovate a Panacotta, ma non importa. L’ottimo livello dell’italiano ha portato come per caso alla metà della stagione parigina più consistente, ovvero una squadra che deve impegnarsi quattro o cinque a kiddams ogni due settimane senza essere costretta.

Commento del bastardo al microfono Canal +:

“Abbiamo avuto difficoltà ad iniziare, poi quando abbiamo giocato in modo semplice abbiamo creato occasioni, anche se dovevamo segnare di più. La cosa più importante è creare occasioni, e questo significa che giochiamo bene. Oggi potrei segnare , è vero, ma il mio obiettivo è farne più possibile”. Passa agli attaccanti e li mette in condizione di attaccare. L’importante è tenere il gioco del centro a terra, e giocare in gruppo, come un team.”

Buffo, il famoso “place match” è uscito dalla bocca di Mauricio Pochettino tre minuti dopo, l’allenatore dell’Argentina. Ci congratuliamo a vicenda per una volta della coesione collettiva del suo blocco, che sembra passare le giornate a chiedersi perché non sia tornato in Premier League Fissa. Quando non è impegnato a contemplare rimpianti, l’ex allenatore del Tottenham dovrà pregare intensamente che il suo solitario ambiente creativo non crolli il prossimo mese, dato che Verratti farà fatica a trovare un modo per fermarsi contro il Real Madrid, almeno andando.

In compenso ha tutto il tempo per avere un confidente che fischia un’inutile rimonta difensiva, come quella dell’88 non necessaria per affrontare il centro di Brest che non è più un’avventura piena di pericoli. Sono passati dieci minuti da quando “Pochette” avrebbe potuto tirarlo fuori per far cavalla Michot, ma bisogna credere che lo staff tecnico del PSG abbia il gusto del rischio. L’idea di un Real alle prese con un branco di Danilo-Herrera-Paredes o Wijnaldum cacochymes, tuttavia, dovrebbe incoraggiare la cautela.

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