L’Italia ostracizzata dal CIO?

L’Italia ostracizzata dal CIO?

Due giorni prima di un comitato esecutivo del CIO a Losanna, dove si prevede di discutere nuovamente la situazione italiana, il presidente del CONI Giovanni Malago, membro dell’organismo olimpico, ha chiesto al governo italiano di adottare una legislazione di emergenza. per evitare un divieto dal paese. Provvedimenti che possono arrivare fino alla sospensione del CONI nonché all’esclusione dell’Italia dai Giochi Olimpici e quindi all’obbligo per gli azzurri di gareggiare sotto bandiera neutra e senza il loro inno.

“Possiamo ancora trovare una soluzione entro mercoledì, c’è ancora tempo”, ha assicurato lunedì il signor Malago durante un’audizione parlamentare, evocando a “Situazione drammatica” per lo sport italiano e ricordando che da due anni il CIO chiede modifiche legislative.

Il CONI dipendente dal governo italiano?

Il CIO aveva in particolare messo in guardia Roma nell’estate 2019 sui rischi di ingerenza del governo nella gestione del CONI. L’organo di governo dello sport mondiale, molto attento all’indipendenza dei comitati olimpici nazionali, elemento chiave della sua Carta Olimpica, aveva chiesto all’esecutivo italiano di porre rimedio a diversi problemi che mettono in discussione l’autonomia del comitato italiano.

“Nell’ambito delle sue funzioni, il CONI non può dipendere da una società di governo”

Giovanni Malago, Presidente del CONI

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L’origine del contenzioso risale alla fine del 2018 quando l’agenzia di gestione dei dipendenti e delle risorse, in particolare finanziarie, del CONI, era divenuta un ente direttamente dipendente dal governo. Fino ad allora questa agenzia era gestita direttamente dal Comitato Olimpico Italiano. “Nell’ambito delle sue funzioni, il CONI non può dipendere da una società di governo”, ha insistito lunedì Malago durante la sua audizione davanti ai parlamentari.

Da quando è stato avvertito nell’estate del 2019, il CIO ha ripetutamente allertato il governo italiano per posta e il presidente del CIO Thomas Bach ha espresso pubblicamente preoccupazione a fine settembre in occasione dei Campionati mondiali di ciclismo su strada a Imola.

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