La potente mafia calabrese al centro del “processo del secolo”

La potente mafia calabrese al centro del “processo del secolo”

Per giudicare una questione così indimenticabile, sono stati messi in atto ottimi mezzi. Un call center di 3.000 mq è stato trasformato in tribunale e posto sotto alta tutela a Lamezia Terme. Richiede un contesto sano, tutto sarà fatto tramite videoconferenza. Saranno presenti 350 imputati. Tra questi: leader politici, funzionari pubblici, agenti di polizia e uomini d’affari. Ma anche complice degli eletti locali, soprattutto alla presenza di un avvocato Giancarlo BitelliForza, ex senatore per l’Italia, partito Silvio Berlusconi, E ora membro della formazione Fratelli nell’Italia post-fascista. La maggior parte degli accusati è stata arrestata nel dicembre 2019 in Italia, Svizzera, Germania e Bulgaria. 438 accuse a loro carico: associazione mafiosa, traffico di droga, sequestro di persona, occultamento di cadavere, abuso di potere, occultamento e riciclaggio di denaro.

Il “processo del secolo” è il più importante dal processo di Palermo, nel 1986-1987, che ha sconvolto Cosa Nostra Sicilia. I 338 imputati erano stati condannati davanti ai giudici Giovanni Falcon E il Paolo Borsellino Sono stati trovati morti, uccisi dalla mafia. Oggi la posta in gioco è alta in Calabria. I responsabili del caso sperano che altrettanti imputati vengano condannati, anche se questo successo non significa la fine della ndrangheta. Come mostrato Federico VareseProfessore di Criminologia all’Università di Oxford a Globalismo : “Possiamo gettare le mafie in prigione, ma se non strappiamo le radici alla loro esistenza, si moltiplicheranno semplicemente”.

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