Giustizia: l’Italia tenta di congelare i beni del latitante russo

Giustizia: l’Italia tenta di congelare i beni del latitante russo

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L’Italia sta cercando di congelare i beni russi in fuga

Le autorità vogliono trattenere i fondi dal figlio di un sovrano russo che è riuscito a lasciare il Paese nonostante avesse un braccialetto elettronico.

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Artyom Us, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk Alexander Us.

SP/ROPI-REA

Giovedì il ministro della Giustizia italiano ha annunciato che l’Italia sta tentando di congelare i beni del figlio di un sovrano russo, arrestato a Milano su richiesta di Washington e messo sotto un braccialetto elettronico, ma riuscito a fuggire in Russia. Artyom Us, figlio del governatore della regione di Krasnoyarsk Alexander Us in Siberia, è ricercato da Washington per un caso di vendita illegale di tecnologie americane a compagnie di armi in Russia.

È stato arrestato a ottobre all’aeroporto di Milano, nel nord Italia. In attesa di una decisione del tribunale sulla sua estradizione negli Stati Uniti, era agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico. È fuggito a fine marzo, il giorno dopo che la giustizia italiana ha dato il via libera alla sua estradizione.

“Stiamo (…) verificando se il signor Os può essere inserito nell’elenco dei cittadini russi i cui beni possono essere congelati. Vediamo se possiamo almeno attaccarlo sui suoi beni”, ha detto il ministro Carlo Nordio. i deputati, senza specificare a quanto ammontano questi beni.

Il signor Nordio ha detto solo che il Ministero dell’Interno sta indagando sulle circostanze di questa fuga di notizie. Comunica, inoltre, di aver avviato un procedimento disciplinare dinanzi alla Corte di Cassazione nei confronti dei giudici della Corte d’Appello di Milano che avevano consentito il trasporto del sig. Os dal carcere alla propria abitazione con un braccialetto elettronico.

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eludere le sanzioni

Ma le autorità americane hanno avvertito la giustizia italiana del pericolo di fuga, in relazione a un uomo con grandi risorse finanziarie e importanti legami politici in Russia. All’inizio di aprile, Artyom Uss ha annunciato pubblicamente di essere tornato in Russia, ringraziandoli, senza nominarli, “persone forti e affidabili accanto a me” durante la sua spettacolare fuga dall’Italia.

Sui media italiani sono apparse varie teorie sulla sua fuga, dal lavoro dell’intelligence russa, ad un ex ufficiale delle forze speciali italiane sposato con una russa e residente a Mosca, alla decisione dell’intelligence italiana di consentirglielo. Scappa così non dovrà denunciarlo.

Artiom Ouss, insieme ad altri quattro broker petroliferi russi e venezuelani, è sospettato di aver acquistato dagli Stati Uniti componenti elettronici destinati ad equipaggiare aerei, radar o missili e di rivenderli a compagnie di armi russe per aggirare le sanzioni applicabili. Si sospetta che questa rete abbia utilizzato la stessa società di copertura per spostare centinaia di milioni di barili di petrolio venezuelano in Russia e Cina.

(AFP)

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