Infinito Milano, unico in Europa. Il “tradimento” della panchina

Le facce arrabbiate dei giocatori del Milan al fischio finale rappresentano l’ennesima prova di come la squadra di Stefano Pioli abbia fatto il giusto salto mentale. In una giornata in cui hanno vinto tutte le avversarie delle prime posizioni (Lazio esclusa), i rossoneri riescono a non perdere in una delle partite più tormentate della stagione, che da oltre un mese fa impallidire anche l’incredibile Milan-Verona . . Il Diavolo si rialza dopo essersi ritrovato inspiegabilmente all’inferno sotto due gol e strappa un punto prezioso, mantenendo l’imbattibilità da palo fermo in campionato. Con la sconfitta dell’Atletico Madrid sabato sera nel derby contro il Real, la squadra di Pioli è lal’unica squadra rimasta a non aver perso nei primi 5 campionati europei. Ci sono partite che nascono sbagliate e quella contro la squadra di Liverani inizia nel peggiore dei modi per Romagnoli e compagni: con Kjaer, Ibrahimovic e Saelemaekers nemmeno convocati per problemi fisici, Gabbia si fa male dopo 3 minuti di gioco e il Parma ritrova il vantaggio nell’unica occasione creata con Hernani. Quattro boschi colpiti dal Milan (tre con Calhanoglu), di cui due centrati nella stessa azione prima con Brahim e poi con il turco. L’ultimo cross del numero 10 a inizio ripresa, con un raddoppio crociato cinque minuti dopo avrebbe ucciso anche un bisonte. Non il Milan di Pioli, che reagisce con rabbia e trova un 2-2 Inaspettato nel finale grazie ad un Theo Hernandez scatenato, non prima di aver perso anche Bennacer per un problema muscolare.

IL ‘TRADIMENTO’ DELLA PANCA – Nonostante il tecnico rossonero abbia elogiato la sua prestazione alla fine della partita, le prime partite di Rebic non convincono, salvo alcune giocate improvvisate che a volte riesce a tirare fuori dal cilindro. Spesso in questa stagione le riserve hanno giocato un ruolo fondamentale nell’entrare in gara e avere un impatto decisivo sul risultato. Questa volta, però, Pioli è stato ‘tradito’ dalle soluzioni prese dalla panchina, Hauge e Leao complessivamente. Il nativo di Bodo fatica a scivolare tra gli avversari italiani, a differenza di quanto può fare in Europa. Prendere contromisure alle difese nemiche fa parte del fisiologico processo di acclimatamento di un giovane calciatore catapultato dal campionato norvegese al più complicato di tutti dal punto di vista tattico. Leao deve liberare il suo immenso talento più continuamente all’interno del gioco. Per i grandi tratti sembra un pesce fuor d’acqua e il suo movimento oscillante sul campo non è solo un problema di “linguaggio del corpo”, come lo definisce Pioli. Il portoghese ha bisogno di un cambio di atteggiamento anche quando entra in una gara in corso. Anche contro lo Sparta Praga, l’ex Porto è entrato in campo dando la sensazione di non essere entrato a dovere con lo spirito giusto per la partita. Eppure Leao ha dimostrato che quando è concentrato può essere decisivo non solo con i gol, ma anche con gli assist. Sette partite in tre giorni, +3 contro l’Inter al secondo posto, il Milan vuole passare il Natale da capolista. Con Kjaer e Ibra sulla via del ritorno, tutto è possibile.

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