E se non ci fosse niente di speciale nel paese?

E se non ci fosse niente di speciale nel paese?

La superficie esterna della Terra è elastica: si espande e si contrae sotto l’influenza di movimenti interni chiamati convezione del mantello. Ad un certo punto della storia geologica, il periodo esatto è in discussione, quando un tiro alla fune planetario spezzò la superficie in una serie di placche in movimento.

Perché questo è importante? Perché queste placche fanno parte del termostato terrestre. La loro collisione provocò un’eruzione vulcanica che rilasciò nell’atmosfera i gas serra necessari. Quando la Terra si riscalda, queste collisioni catturano il gas in eccesso e lo trascinano più in profondità, dice Cowan.

La Terra è l’unico pianeta conosciuto ad avere un sistema di placche scorrevoli attive, un processo chiamato tettonica, e secondo Jelinek, è la tettonica a placche che ci distingue dagli altri pianeti.

Simulazioni computerizzate moderne Dimostrano che anche su Marte, con una miscela ideale di gas nel cielo, un sistema tettonico attivo renderebbe la superficie del pianeta perfettamente abitabile, dice. Giacomo Castinguno scienziato planetario della Pennsylvania State University che ha contribuito alla moderna definizione di zona abitabile.

Da dove potrebbe provenire il movimento delle placche? È tutta una questione di ingredienti.

Quando si forma il pianeta Dalla nuvola di polvereIl suo nucleo fuso emette un calore tremendo, così come gli elementi radioattivi che ne ricoprono la superficie. Sotto l’influenza di questo calore, la superficie si piega e si restringe. Mentre si raffredda, il pianeta si indurisce e diventa più fragile, come una caramella nel frigorifero.

Come spiega Jelinek, la Terra alla fine raggiunse una temperatura ideale, sufficientemente bassa da rompere la crosta, grazie a un’intensa pioggia di meteoriti caduta sul nostro giovane pianeta durante i suoi primi 20-30 milioni di anni, privando la superficie di parte del suo calore. Produzione di elementi radioattivi.

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E continua dicendo che Venere potrebbe essere un esempio di ciò che accade quando le temperature rimangono elevate. A differenza delle placche mobili della Terra, la superficie di Venere è troppo calda e liquida per esplodere. Il calore si accumula finché “l’intera superficie non collassa su se stessa”, spiega Jelinek. Segue un’attività vulcanica catastrofica che trasforma il pianeta in una vera e propria serra.

E se la pioggia di meteoriti fosse caduta su Venere invece di colpire la Terra, avrebbe cambiato la storia della vita come la conosciamo? Secondo Jelinek è molto probabile. Tuttavia, non tutti gli scienziati condividono questa opinione. Secondo Castaing, il nostro vicino Venere è troppo vicino al Sole per trattenere l’acqua liquida in superficie.

Marte è piccolo e ghiacciato e incarna l’estremo opposto: la sua superficie non è mai stata rotta.

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About the Author: Adriano Marotta

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