sabato, Dicembre 14, 2024
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Non dimenticare Lenin, questo tiranno

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Il 21 gennaio abbiamo celebrato il centenario della morte di Lenin, figura centrale della Rivoluzione russa del 1917.

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Per molto tempo, nel ventesimoH secolo, volevamo renderlo un eroe. Lenin avrebbe reso l’utopia comunista una realtà in Russia, che poi si sarebbe diffusa in gran parte del globo.

Oggi sappiamo che non era un eroe.

comunismo

Era un ideologo fanatico e un tiranno spietato. Stalin non aveva nulla da invidiare a Lenin.

Il bilancio delle vittime del comunismo è stimato in decine di milioni.

Si pone una questione fondamentale. Abbiamo certamente imparato la lezione del nazismo e del totalitarismo razziale. Ma abbiamo imparato la lezione del comunismo? Ovviamente no.

Ma il comunismo si basava su un errore filosofico elementare: l’uomo in sé è buono, e potrà essere corrotto solo da una società malvagia. È sufficiente abolire le istituzioni sociali tossiche e costruire nuove istituzioni moralmente ineccepibili perché nasca un nuovo essere umano, libero dal male. Questo è chiaramente sbagliato.

Soprattutto, il comunismo ha diviso l’umanità in due categorie: coloro che hanno visto la sua luce e coloro che si sono rifiutati di vederla. Trattava questi ultimi come antichi residui reazionari, come i rami secchi dell'umanità, che era legittimo liquidare. I campi di lavoro esistevano proprio per questo.

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Il comunismo si presentava come un paradiso in terra: per questo voleva il controllo completo sulla società e sulla parola di tutti, per evitare che si discostassero dalla perfezione. Il minimo errore può portarti all’ostracismo dalla società da parte dei commissari politici.

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È un peccato che oggi troviamo ancora persone che credono che il comunismo sia stato attuato solo male e che non fosse un male in sé, ma che gli eventi gli siano serviti solo male.

Oggi vediamo le nostre società riconnettersi a una struttura intellettuale globale senza rendercene conto, come se alla fine non avessimo conservato nulla e non avessimo imparato nulla.

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