L’eruzione del vulcano Hunga Tonga è stata un disastro per gli ecosistemi marini

L’eruzione del vulcano Hunga Tonga è stata un disastro per gli ecosistemi marini

Se l’eruzione del vulcano Honga Tonga nel gennaio 2022 ha avuto un impatto notevole sull’alta atmosfera, anche l’ambiente marino non è stato risparmiato. Un nuovo studio ha rivelato che il fondale oceanico è stato completamente distrutto in un raggio di 20 chilometri.

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Quasi due anni fa, il vulcano sottomarino Hunga Tonga eruttò violentemente. Questo evento è oggi riconosciuto come una delle più potenti eruzioni esplosive mai registrate e ha avuto un impatto significativo sull’atmosfera: cenere, sale, vapore acqueo e altri gas hanno sconvolto la composizione dell’alta atmosfera. Si sospetta addirittura che l’eruzione abbia avuto un impatto sul clima nel 2023, anche se la questione è ancora in discussione.

Il fondale oceanico distrutto su un’area con un raggio di 20 chilometri

Tuttavia, l’atmosfera non è l’unico ambiente interessato. Anche il fondale marino subì l’impatto di questa potente esplosione. Un nuovo studio pubblicato su revisione Comunicazioni sulla naturaPertanto, rivela l’entità del danno agli ecosistemi bentonici.

I ricercatori hanno confrontato i dati ottenuti prima dell’eruzione vulcanica, tra il 2015 e il 2017, e 3 mesi dopo. I dati indicano che una vasta area del fondale oceanico è stata completamente distrutta dall’eruzione vulcanica. L’esplosione avrebbe sollevato e spostato un’enorme massa di rocce e sedimenti (quasi 10 km3 In totale), formano potenti correnti dense che spazzano via tutto entro un raggio di 20 km intorno a Hunga Tonga e causano una massiccia mortalità tra gli organismi che popolano il fondo dell’oceano.

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Impatto significativo sugli ecosistemi marini

Sembra che solo poche comunità siano sopravvissute localmente in aree protette da rilievi topografici che fungevano da barriere contro queste correnti simili a vere e proprie valanghe. Tre mesi dopo il disastro vulcanico, nella colonna d’acqua sono ancora presenti particelle finissime di cenere. È probabile che la loro presenza interrompa nel medio termine l’apporto di luce, sostanze nutritive e ossigeno agli ecosistemi marini.

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