di Coralie Janet
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A Gülen inferioreIL Cinema Antartico Continua le sue “straordinarie anteprime”. Dopo Gerard Jugnot lo scorso novembre, si prepara a riceverlo Direttore Philip Gaillard accompagnato daOlivier Marchal, Mathieu Madinian e Olivia Bonamyparte del suo cast 2H lunghezza del film.
I quattro interagiranno con il pubblico dopo una trasmissione “Per onore”Questo sabato 22 aprile alle 16 a Basse-Goulaine (vicino a Nantes).
più del rugby
“Per onore” è Commedia sul rugby e i suoi valori umani. Racconta la storia di due villaggi nel sud della Francia, Trocpont-sur-Tescou e Tourtour-les-Bains, da sempre impegnati in un’implacabile guerra di torri, simboleggiata da un duro derby tra i due club. Ma mentre Trocpont ha indubbiamente preso il sopravvento, l’arrivo inaspettato di Richiedenti asilo Cambierà la situazione e sconvolgerà la vita di questi due villaggi.
Il rugby era già nel cuore Il primo film di Philip Gillard, “Il figlio di Jo”, che è diventato un successo nel 2011 con un’ammissione di 1,25 milioni in Francia. E per una buona ragione, il regista è lui stesso un giocatore di rugby. “È il mio DNA”, spiega in un’intervista che promuove il film.
Sostenendo che la popolarità del rugby è relativamente bassa, molte persone mi hanno scoraggiato dal tornare. Ma in realtà questo sport è solo una scusa per raccontare storie umane e universali.
tratto da una storia vera
In particolare, le storie sono state raccontate nell’eco di “Pour l’honneur” fatti reali. “Un giorno Eric Forniolles, anche lui dirigente e soprattutto amico, mi ha fatto leggere un articolo che raccontava come i richiedenti asilo che si erano stabiliti in un villaggio in Italia, contro il parere di tutti i suoi abitanti, finissero per integrarsi grazie a una squadra di calcio. E questo, oltre alle vittorie sul campo, aveva soprattutto il vantaggio di portare alle vittorie cuore sui pregiudizi. Ho trovato questa storia affascinante e penso che sostituire il calcio con il rugby sarebbe un ottimo scenario. Eric ha accettato di regalarmelo e l’abbiamo scritto insieme”, spiega il regista.
“Il testo mi ha colpito.”
Ed è proprio questo scenario, più che l’ambiente in cui si svolge, a sedurre Mathieu Madignan (Didi nel film):
Il rugby è uno sport che amo, come tutta Perpignan, anche se non lo pratico. Ma soprattutto mi è piaciuta la generosità delle sue note. Sono nipote di immigrati. Quando i miei nonni sono arrivati dall’Armenia, hanno avuto la fortuna di incontrare persone che, pur rispettando la loro identità, comunicavano con loro. Quindi ho pensato subito a loro durante la lettura del testo e, inevitabilmente, mi ha davvero colpito.
Così, il regista appare in un film che racconta “una bellissima avventura umana che richiede il meglio di noi”.
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