Buqrin Al-Ralia, la guardia del quartiere di Karim Turabi

Buqrin Al-Ralia, la guardia del quartiere di Karim Turabi

A volte il ristoratore fa il pacificatore.

Bogren Alralya, 52 anni, è una personalità pittoresca della regione di Gambetta. Sono nato in Marocco, cresciuto in una numerosa famiglia di allevatori di bestiame, “Il più bello del Marocco! E per tutta l’Europa”Dichiara con grande orgoglio.

Viveva nella fattoria di famiglia, vicino a Casablanca, la città dove sarebbe vissuta in seguito, quando suo padre morì quando lei aveva solo 8 anni. Sua nonna ricordava una vita meravigliosa in campagna e gli diceva sempre: “I nostri lavoratori devono mangiare prima di noi!”.

le parole che risuonano ancora dentro di lei; Più che una frase, una vera prova. Un principio, tra l’altro saggezza, di una nonna dai semplici valori terreni, che detta il comportamento di Bugren nel suo lavoro, nei suoi progetti o nel suo rapporto con le persone, a cui Bugren dà un giusto ordine.

A 19 anni lascia il Marocco per raggiungere un amico che era partito poco prima di lei per l’Italia. È qui che lo attende una vita straordinaria in Sardegna. Tra le altre avventure, diventerà una traduttrice, prima di essere presa sotto il comando di Luigi Lombardini, il famoso giudice italiano, e incontrare Lady Di e sorella del re del Marocco…

Una vita piena di sorprese, di imprevisti, che racconta ancora oggi con occhi lucidi, e un pizzico di nostalgia. Nostalgia ma nessun rimpianto! In effetti, la scelta di Bogren di lasciare l’Italia per la Francia è stata attentamente valutata. Scegliere per i suoi bambini, per Montpellier, per la qualità della sua offerta educativa e culturale.

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Ora è la patrona del ristorante Le Mirador, e spesso ha assistito a scene di scontri. Alcuni si sono riversati nelle sue fondamenta, spingendola a prendere le sue sedie dai binari del tram. Come la scorsa estate quando le stesse sdraio erano usate come repertorio.

“Quando ciò accade, intervengo io, smettila di litigare!”

Lei però, che tanto aveva lavorato in Italia con gli esuli, non voleva tirar loro pietre. “Quando ciò accade, intervengo e interrompo i combattimenti! Ma questi giovani hanno rischiato la vita per lasciare il loro paese. Non attaccano nessuno, si fanno principalmente del male. Dopo aver combattuto quest’estate, sono venuti a chiedermi perdono . Funzionerebbero se li accompagnassimo.”, lei spiegò. Omaggio al coraggio e alla generosità.

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