Tassare i giganti del digitale: la fine delle rappresaglie commerciali statunitensi



Introdotte come rappresaglia per le tasse nazionali riscosse sui colossi digitali statunitensi, non verranno applicate tariffe punitive nei confronti di Francia, Austria, Spagna, Italia e Regno Unito. L’accordo con questi paesi fa seguito all’adozione della tassazione globale delle società nel quadro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha recentemente annunciato un accordo tra 136 paesi per riformare la tassazione globale per le multinazionali.

Includono, da un lato, la tassazione dei giganti digitali e, dall’altro, una tassa minima per evitare l’ottimizzazione fiscale. Il G20 ha annunciato la scorsa settimana che “i due nuovi pilastri saranno operativi entro la fine del 2023” o addirittura “all’inizio del 2024”.
In attesa dell’attuazione di questo nuovo sistema fiscale, tasse nazionali pagate a grandi eroi americani come Google, Amazon, Facebook o Apple, meglio conosciuti con l’acronimo Gafa, o anche Netflix, ha spiegato in dettaglio il Tesoro. Ha aggiunto che Washington, in cambio, non imporrà dazi su un gran numero di merci dai paesi citati.

L’amministrazione Biden aveva già sospeso, a giugno, per sei mesi, queste tariffe dopo un anno di indagine da parte dei Servizi del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti (USTR), che aveva concluso che le tasse Gafa di questi paesi erano già “discriminatorie” nei confronti delle grandi gruppi. Poi ha raccomandato di imporre “dazi doganali aggiuntivi su alcune merci provenienti da questi paesi”.

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