Il repubblicano eletto al Congresso degli Stati Uniti ammette di aver mentito in appello

Il repubblicano eletto al Congresso degli Stati Uniti ammette di aver mentito in appello

Martedì si sono moltiplicate le richieste di dimissioni contro il neoeletto repubblicano al Congresso degli Stati Uniti, che ha ammesso di aver ampiamente mentito sul suo curriculum.

George Santos, che ha ottenuto un seggio dai Democratici dello stato di New York nelle elezioni di novembre, lunedì ha ammesso in due interviste separate di aver “abbellito il suo curriculum”.

Il futuro eletto ha ammesso di non aver mai lavorato per le prestigiose banche Goldman Sachs o Citigroup, né di aver mai conseguito una laurea, contrariamente a quanto affermato.

Il figlio di immigrati brasiliani nato nel Queens, a New York, invece, si è scrollato di dosso l’idea di cedere il seggio che avrebbe occupato dal 3 gennaio alla Camera dei Rappresentanti, dicendo al New York Post di “non essere un criminale”.

Queste bugie sono state smascherate in diversi punti della sua biografia in un’inchiesta del New York Times, pubblicata a metà dicembre.

Diversi membri del Partito Democratico hanno chiesto al leader dell’opposizione repubblicana Kevin McCarthy di votare per estromettere Santos se quest’ultimo non si dimette di sua spontanea volontà.

“Il comitato etico della Camera dovrebbe indagare su come ha fatto i suoi soldi”, ha esortato Richie Torres, un altro funzionario eletto di New York.

Lo Stato di New York, che è considerato filo-democratico, ha visto molti seggi eletti alla Camera passare dalla parte repubblicana, contribuendo alla loro maggioranza ristretta alla Camera dei rappresentanti di Washington. I democratici hanno mantenuto la maggioranza al Senato.

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