Vittoria morbida, atmosfera esplosiva

Vittoria morbida, atmosfera esplosiva

Sulla carta, la vittoria di Emmanuel Macron sembra notevole. Con il 57% di supporto, può parlare di una vittoria. Dal canto suo, potrebbe essersi offesa Marine Le Pen, sconfitta con il 43% dei voti.

Ma non è questa l’impressione che è apparsa la sera delle elezioni per il secondo turno delle presidenziali.

Per il presidente della repubblica, è una vittoria morbida e senza entusiasmo: i suoi combattenti si sono rapidamente riuniti e si sono dispersi.

Il punteggio è alto, ma manca di consistenza, ed è essenzialmente il risultato di una campagna di paura condotta contro Marine Le Pen, presentata come un pericolo per la democrazia.

Emmanuel Macron ha beneficiato del voto contrario, ma non a favore.

Marine Le Pen ha invece presentato la sua sconfitta come una vittoria morale, ed è stata particolarmente aggressiva nei confronti del neopresidente rieletto, come se avesse una legittimità simile alla sua.

riflettere

Tuttavia, Marine Le Pen credeva nella sua vittoria. Come può allora essere soddisfatta del suo voto?

È certamente un vertice elettorale nella storia dell’Assemblea nazionale. Ma è comunque una vera sconfitta.

Per lei, però, la battaglia continua: all’orizzonte, le elezioni legislative di giugno.

Ma non è l’unica a vedere le cose in questo modo: Jean-Luc Mélenchon, il candidato sconfitto al primo turno legato alla sinistra radicale, ha lanciato un attacco al presidente rieletto e ai Trump vuole diventare il prossimo primo ministro francese , trasformando il presidente in un fantasma, una figura inerme Energy.

L’uomo è carismatico e, dopo la sconfitta di Marine Le Pen contro Emmanuel Macron, spera di incanalare l’energia della protesta attraverso un Paese profondamente diviso.

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Vorrei aggiungere una nota: sui televisori francesi non c’era tregua.

3 set

Nessuno ha accettato i risultati tranne, ovviamente, per i sostenitori del presidente riconfermato.

Questo rifiuto è sintomo delle profonde divisioni che dividono la Francia e che ora rappresentano quelli che chiamo i tre blocchi della politica francese, che sostituiscono le tradizionali forze di sinistra e di destra.

Sulla sinistra c’è un blocco anticapitalista, ecologico e multiculturale attorno a Jean-Luc Mélenchon.

Sulla destra c’è un blocco nazionale diviso, che lotta per unirsi ma, in teoria, riunisce coloro che si occupano di immigrazione di massa e identità. Marine Le Pen ed Eric Zemmour competono per la leadership.

Questi due blocchi sono associati all'”estremismo” con il potere dei media.

E c’è il blocco centrale, liberale, europeo, progressista, raccolto attorno a Emmanuel Macron, che riunisce le élite del Paese e il cui predominio è in aumento.

La Francia è così divisa e divisa, e anche con un presidente eletto al 58%, non possiamo immaginarlo insieme.

  • Ascolta la rubrica di Mathieu Boc Cottier su QUB Radio:

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