Un’edizione di ManiFeste con accenti italiani

Un’edizione di ManiFeste con accenti italiani

Nel registro delle creazioni – mondiali o francesi – della locandina di ManiFeste, spicca in gran parte l’Italia con tre uomini e tre donne che dovrebbero essere nominati in ordine di ingresso sulla scena del festival. Marco Stroppa nel programma dell’Orchestre de Paris (8 e 9 giugno), Clara Iannotta in quello dell’Ensemble intercontemporain (10 giugno), Francesco Filidei durante un concerto dell’Ensemble orchestral contemporain (15 giugno), sulla locandina di cui sarà anche Lara Morciano, pochi giorni prima un ritratto in due puntate (il 18) dedicato a Stefano Gervasoni e un riflettore (il 25) su Francesca Verunelli.

A questa presenza maggioritaria di italiani nei concerti va aggiunta quella del collettivo musicale /nu/thing, che ha progettato l’elettronica del Politopo 2022. Quattro compositori (Andrea Agostini, Daniele Ghisi, Eric Maestri, Andrea Sarto) di cui, secondo il direttore dell’Ircam, Frank Madlener, l’opera “a otto mani è davvero fuori dall’ordinario, saperlo “l’uno cancella o estende ciò che l’altro ha abbozzato in una forma di scrittura che non può essere ridotta al principio del cadavere squisito”. Se infine notiamo la presenza di uno di questi quattro moschettieri del futuro electro, Daniele Ghisi, nei titoli di coda di una delle Music-Fictions (Nascita di un pontesu un testo di Maylis de Kerangal), si trova subito il filo conduttore, o meglio verde-bianco-rosso, della programmazione.

Ai suoi esordi l’IRCAM ha dato voce con un forte accento italiano, quello del compositore Luciano Berio (1925-2003) e del fisico Giuseppe Di Giugno

“Ad essere onesto, non me ne sono reso conto immediatamente”, assicura il direttore di Ircam che, però, ama legare l’italianità dell’edizione 2022 di ManiFeste al concetto di “rinascita” che circonda il festival. “Riscoprire l’Espace de projection, dopo otto anni di lavoro, è vivere un Rinascimento. » E per aggiungere che uno degli architetti, Renzo Piano, all’origine di questo spazio con acustica e scenografia modulare, è nato a Genova… Infatti, ai suoi esordi, Ircam ha dato voce con un forte accento italiano. Quella del compositore Luciano Berio (1925-2003), al quale Pierre Boulez aveva affidato la direzione del reparto “elettroacustico”. Quella del fisico Giuseppe Di Giugno, inventore nel 1981 del mitico 4X, che ha spinto Ircam nel firmamento del controllo del suono in tempo reale. Considerare i sotterranei di Place Igor-Stravinsky come l’equivalente musicale della Little Italy di New York sarebbe senza dubbio esagerato, ma vedere Parigi come la destinazione prioritaria per i compositori d’oltralpe negli ultimi due decenni del XX secolo.e secolo no.

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