“Petit corps” diretto da Laura Semani ha vinto due premi al Festival del cinema mediterraneo di Tetouan.

“Petit corps” diretto da Laura Semani ha vinto due premi al Festival del cinema mediterraneo di Tetouan.

Il sipario è calato venerdì sera nella sala del Teatro Espanyol, al Festival del cinema mediterraneo di Tetouan, alla presenza di numerose personalità del mondo della politica, dei media, delle arti e della cultura.

Questo grande evento cinematografico, che quest’anno ha celebrato il suo 27° anniversario, ha riunito nomi di spicco del cinema nazionale, arabo e internazionale, facendo della città di Tetouan, per una settimana, la capitale del cinema mediterraneo e uno spazio di scambio e promozione della cultura cinematografica . Dialogo e tolleranza.

Il lungometraggio “Betty Corps” della regista Laura Samani ha vinto il Grand Prix per questo ciclo e il Premio della Critica “Mostafa Massnaoui”. Il film, una coproduzione italo-francese-slovena, racconta la storia della giovane Agata nata in Italia all’inizio del XX secolo, una bambina morta, condannata all’oblio.

Agata sente parlare di un luogo in montagna, dove i bambini possono essere riportati in vita per un respiro, per essere battezzati e per salvare le loro anime. Si imbarca in un viaggio con il cadavere della sua giovane figlia nascosto in una scatola e incontra Lynx, un ragazzo solitario che si offre di aiutarla. Si imbarcano in un’avventura che permette loro di avvicinarsi a un miracolo.

Religione, superstizione, Laura Samani sembra avere un talento speciale per l’argomento, il suo straordinario cortometraggio del 2016 si chiamava già “La Santa Chi Dormy” (Il santo dormiente). Il titolo del suo primo lungometraggio, Piccolo Corpo, che evoca la dolcezza di un neonato e il terrore di un corpo senza vita, è emblematico della commistione di metodi con cui racconta il viaggio dei suoi personaggi, tra verismo e fantasia, una sorta di realismo magico. Riesce a trasportare lo spettatore in un viaggio inquietante attraverso il passato per riflettere meglio il presente.

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L’ideazione e lo sviluppo del film supportano questa influenza di una semplicità considerata. Set naturali, illuminazione a lume di candela, riprese continue, costumi unici dai colori tenui, recitazione, dialoghi con più accenti, tutto è padroneggiato, pensato.

Leggenda, racconto popolare, Laura Smani gioca con miti, simboli, lasciando lo spettatore senza possibilità di identificazione con i personaggi. È immerso nell’universo creato dal regista, e gli odori, il freddo, il caldo, la fame, la fatica, la paura sono quasi percettibili. Un film sui sentimenti.

Nella categoria documentari, il primo premio è stato vinto da “Postcard” del regista marocchino Asmaa Al-Madeer, mentre “Pack d’été” del regista marocchino Salem Bilal e “We” del regista hanno vinto il primo premio. La regista Alice Deuba ha vinto il Premio Speciale della Giuria.

Va inoltre notato che la giuria del lungometraggio era presieduta dal regista ivoriano Jacques Trabi ed era composta dalla regista e attrice spagnola Mabel Lozano, dal romanziere e critico cinematografico marocchino Mohamed Laroussi e dal pittore marocchino Mohamed. Baz. La giuria del documentario era presieduta dalla regista Fanny Aubert Mallory e la giuria della critica era presieduta dal regista e sceneggiatore Miguel Angel Parra.

MO

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