L’Italia bussa a tutte le porte per smettere di fare affidamento sulla Russia

L’Italia bussa a tutte le porte per smettere di fare affidamento sulla Russia

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L’Italia, che dipende per il 90% dalle importazioni di gas per i suoi bisogni – di cui il 45% dalla Russia – sta cercando di smettere di dipendere da Mosca entro due anni. È stata la sua priorità numero uno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Con il nostro inviato a Roma, Anne Le Nir

Per porre fine alla dipendenza dell’Italia dal gas russo, sono stati legati i compiti dei rappresentanti del governo e del capo del colosso italiano degli idrocarburi, Eni, primo produttore estero di energia in Africa. Anche se significa chiudere un occhio su situazioni estremamente degradate.

dopo l’AlgeriaQatar e Azerbaigian, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Transizione ambientale Roberto Cingolani hanno iniziato mercoledì i colloqui con l’Angola. Lo stesso faranno giovedì con il Congo. A maggio il Mozambico sarà il prossimo passo in questa corsa per liberarsi dal gas russo…

Finora, solo un accordo tra Eni e la General Gas Company egiziana ha acceso una forte polemica in Italia, perché l’Egitto rifiuta ogni responsabilità per la tortura e l’omicidio del dottorando Giulio Regeni nel 2016.

L’obiettivo di fornitura da questi diversi Paesi è di 30 miliardi di metri cubi di gas entro il 2024. Intanto Mario Draghi ha già avvertito gli italiani: l’aria condizionata negli spazi pubblici e privati ​​dovrebbe essere ridotta di un grado. Quest’estate e adottato una misura equivalente di riscaldamento nel prossimo inverno.

►Leggi anche: Mario Draghi prevede di ridurre rapidamente la dipendenza dell’Italia dal gas russo

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