L’elezione del presidente del Senato espone le divisioni all’interno della coalizione di destra

L’elezione del presidente del Senato espone le divisioni all’interno della coalizione di destra

AA/Roma/Giada Zampano

Il nuovo parlamento italiano, risultante dalle elezioni del mese scorso, si è riunito per la prima volta giovedì per eleggere i presidenti delle due Camere, un processo che ha messo in luce le prime divisioni all’interno della vittoriosa coalizione di destra, minacciando di complicare ulteriormente la formazione di un nuovo governo. .

Il Senato è stato il primo a eleggere il suo nuovo presidente, scegliendo Ignazio La Rosa, alleato di lunga data del futuro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e uno dei fondatori della Fratellanza d’Italia postfascista.

La Rosa è stata eletta con 116 voti, nonostante la defezione degli alleati di centrodestra di Forza Italia di Silvio Berlusconi e grazie al sostegno di almeno 17 senatori dell’opposizione di sinistra.

Il nome di Larsa è stato accolto dopo una notte di difficili trattative tra i partiti che compongono la coalizione di centrodestra, che ha vinto le elezioni di settembre con una maggioranza solida ma ancora controversa, rendendo sempre più difficile il ruolo di mediatore di Meloni.

Entrambi i suoi alleati, la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Berlusconi, stanno entrambi spingendo un ruolo chiave nel futuro governo, il più conservatore dalla seconda guerra mondiale.

L’ex presidente del Consiglio Berlusconi – rientrato giovedì al Senato dopo un divieto di nove anni di ricoprire cariche pubbliche dopo essere stato condannato per evasione fiscale – è apparso particolarmente frustrato dall’esito del voto e sicuramente andrebbe avanti con i negoziati futuri.

La prima sessione del Senato di giovedì è stata presieduta da Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto e senatrice a vita, che ha espresso ferme e chiare osservazioni per ricordare ai parlamentari i valori democratici sanciti dalla Costituzione italiana e il ruolo duraturo delle istituzioni, in un appello all’unità rivolto sia alla nuova maggioranza di destra che all’opposizione di sinistra.

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Segre ha ricordato il centenario della marcia fascista a Roma – 28 ottobre – e i tempi difficili in cui, da giovane ebrea, fu costretta a lasciare l’ufficio scolastico a causa delle leggi razziali fasciste approvate dal governo.

“È impossibile per me non provare un po’ di vertigini oggi”, ha detto Segre, sottolineando il “valore simbolico” di essere sul seggio alto del Senato il primo giorno di una nuova legislatura che sarà dominata dai partiti di estrema destra.

Il suo lungo discorso è stato interrotto più volte dagli applausi dei senatori, compresi i membri della Confraternita d’Italia.

** Grandi sfide in vista

Più delicata l’elezione del presidente della Camera dei Deputati e il candidato preferito, il deputato leghista Riccardo Molinari, resta incerto e potrebbe dover sostenere diverse schede elettorali prima della sua elezione venerdì.

Nonostante le dure trattative sui nomi di futuri presidenti e ministri, Meloni – che sarà nominata la prima donna premier italiana – ha confermato che presenterà rapidamente la formazione del suo governo, una volta che assumerà il mandato del presidente italiano Sergio Mattarella.

Meloni dovrà quindi affrontare un compito molto difficile. Il primo compito del suo nuovo governo sarà l’approvazione della legge finanziaria del 2023, tra i rischi di una prolungata flessione dell’economia italiana e dei prezzi record dell’energia causati dalla guerra in Ucraina, che stanno colpendo duramente famiglie e imprese italiane.

Una volta eletti i presidenti delle due Camere e formati i blocchi parlamentari, il presidente Mattarella dovrà avviare, il 19 e 20 ottobre, consultazioni formali con i partiti in vista della formazione del nuovo governo.

Meloni dovrebbe ricevere un mandato iniziale per il presidente del Consiglio pochi giorni dopo, e dovrà concordare nomine ministeriali con i suoi compagni di coalizione prima di presentare la lista definitiva dei ministri a Mattarella.

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Il processo dovrebbe concludersi il 27 e 28 ottobre con i necessari voti di fiducia in entrambe le Camere, dopodiché il nuovo governo potrà prendere il potere.

* Tradotto dall’inglese da Mourad Belhaj


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