Italia: Salvini si aggrappa alle sue vecchie ricette

Italia: Salvini si aggrappa alle sue vecchie ricette

Matteo Salvini, in un incontro, sa produrre piccole frasi per far parlare di lui. Spesso la sua strategia è stata quella di usare la religione. Come nel 2018, quando il leader leghista giurò sul rosario di servire gli italiani. Per lanciare la sua campagna elettorale estiva per le elezioni legislative anticipate in programma il 25 settembre, ha deciso di puntare sui suoi avversari di sinistra: “Mi rado, indosso i pantaloncini, mangio salsiccia, sudo. Non sono come le persone di sinistra, che non sudano. Letta [secrétaire du Parti démocrate, ndlr]Non l’ho mai visto sudare”, ha detto sabato in un incontro pubblico a Domodossola, in Piemonte.

Ha poi adottato un tono un po’ surrealista per descrivere la presunta decadenza della società italiana: “Dobbiamo smettere di chiamare i bambini per cognome, invece del nome, a scuola per evitare di discriminare coloro che si definiscono non binari. È una follia. La sua affermazione non ha molto senso visto che in Italia gli insegnanti hanno sempre chiamato per nome i bambini a scuola.Sulla religione, Salvini ha optato per un approccio più evocativo e si è presentato per un’intervista al telegiornale Rai delle 20 in duplex con cinque icone religiose sul muro alle sue spalle Insomma, cadendo nei sondaggi, Matteo Salvini fa di tutto per attirare l’attenzione.

Dalla sua decisione di far cadere il governo con il Movimento 5 Stelle, nell’agosto 2019, senza riuscire ad ottenere elezioni anticipate (impedite da un’altra alleanza, tra M5s e Pd, poi dall’arrivo di Mario Draghi nel 2021), Salvini sembra aver perso la capacità di parlare con gli elettori. Il successo delle elezioni europee di maggio 2019, quando la Lega ha ottenuto il miglior risultato della sua storia, al 33%, sembra ormai lontanissimo: il partito sovranista è al 13% nei sondaggi, in minoranza in una destra dominata di Frères dall’Italia, al 22,5%, secondo l’ultimo studio del Quorum Youtrend di lunedì 25 luglio.

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Destinazione Lampedusa. La partecipazione al governo di unità nazionale di Mario Draghi è indubbiamente costata politicamente al leader della Lega, che ha lasciato il monopolio dell’opposizione ai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Quest’ultimo è stato coerente nel decidere di non governare con avversari politici. Infine, il suo ruolo decisivo nella caduta dell’ex boss della Bce non ha ancora modificato gli equilibri di potere. Anzi, secondo i primi sondaggi, gli elettori sembrano sanzionare il comportamento di Matteo Salvini. In difficoltà anche nel suo stesso partito: «Il clima interno è molto pesante. Nessuno ha il coraggio di sfidare Salvini, ma cresce la sensazione di aver avuto la sua giornata. C’è chi aspetta il crash delle elezioni di settembre per proporre un cambiamento”, decifra un quadro nazionale del partito, in riferimento ai tre presidenti di regione della Lega, quello di Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia-Gulia, molto più moderati rispetto al loro capo e non sono d’accordo sulla scelta di indire elezioni anticipate.

Per cercare di occupare la scena politica, Salvini non si affida solo alle sue dichiarazioni sulfuree. Conta anche sulla sua materia preferita, l’immigrazione, lasciando filtrare che “vuole” tornare al ministero dell’Interno per “continuare il lavoro” distrutto dal suo successore, il prefetto Luciana Lamorgese. Sarà il 4 e 5 agosto a Lampedusa, l’isola italiana al centro degli sbarchi estivi, per guidare l’opinione pubblica e la campagna elettorale in un territorio dove sta più a suo agio.

La notizia gli dà una mano: dal 1 gennaio al 27 luglio 2022 il Ministero dell’Interno italiano ha registrato 37.950 sbarchi sulle coste italiane, rispetto ai 27.474 dello stesso periodo del 2021. Il 24 luglio, solo, 1531 persone hanno raggiunto l’Italia , mettendo in difficoltà il centro di accoglienza di Lampedusa. Da qui lo sfollamento di Salvini. Ma anche lì il segretario della Lega deve fare i conti con la concorrenza di Giorgia Meloni, che propone soluzioni radicali come il blocco del Mediterraneo da parte della marina militare italiana, e ha il vantaggio di non presentarsi agli elettori con un bilancio. Più che un bilancio, su questa questione Salvini ha una responsabilità: mentre era al ministero dell’Interno è riuscito a rimpatriare 7.289 clandestini, mentre ne aveva promesso 100.000 l’anno. Queste settimane di campagna elettorale si preannunciano difficili per lui.

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