Il principale senatore democratico si oppone alla riforma elettorale di Biden

Il senatore democratico Joe Manchin domenica ha dichiarato la sua opposizione a una radicale riforma elettorale, condannando di fatto al Congresso il disegno di legge, che Joe Biden ha difeso vigorosamente per contrastare attacchi “senza precedenti” ai diritti di voto africani. – Americani.

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Il testo, introdotto dai democratici, annullerebbe le 15 leggi già adottate dagli stati repubblicani da gennaio che, secondo i suoi critici, restringono l’accesso alle urne inasprendo le regole elettorali.

“Penso che questo sia il disegno di legge sbagliato per unire il nostro Paese, e non lo sostengo perché penso che ci dividerà ancora di più”, ha detto il centrista, che rappresenta lo stato conservatore di Washington, dalla West Virginia.

Qualsiasi riforma elettorale “deve venire da un sindacato di democratici e repubblicani per andare avanti, altrimenti si rischia di dividere e distruggere” il Paese, ha scritto il senatore in precedenza nella sua controversa posizione, in un articolo del Charleston Gazette Mail.

Joe Manchin intanto ha ribadito la sua ferma opposizione all’abrogazione della norma che impone a quasi tutti i disegni di legge di avere un voto procedurale che richiede 60 voti al Senato.

Data la stretta maggioranza dei democratici (50 senatori su 100, più il voto del vicepresidente Kamala Harris) e le profonde divisioni tra democratici e repubblicani, questa regola rischia di far deragliare gran parte dell’agenda sociale di Joe Biden.

Le sue riforme economiche hanno ancora una possibilità, a maggioranza semplice, grazie a un’eccezione a questa regola.

Il disegno di legge di riforma elettorale (legge popolare) è stato adottato a marzo alla Camera dei rappresentanti senza voto repubblicano.

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Tra l’altro, prevede di ampliare le possibilità di iscrizione nelle liste elettorali, anche il giorno stesso delle elezioni, e l’accesso alle urne includendo il pre-voto nella legge e nella posta.

Il presidente democratico Joe Biden il 1 giugno ha promesso di lottare “come l’inferno” per l’approvazione di questa disposizione al Congresso, denunciando attacchi “assolutamente senza precedenti” contro il diritto di voto delle minoranze.

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