Gli scienziati ricostruiscono il genoma del rinoceronte lanoso dagli escrementi di iena!

Gli scienziati ricostruiscono il genoma del rinoceronte lanoso dagli escrementi di iena!

Studiare il genoma delle specie estinte utilizzando gli escrementi dei predatori? Questa è la sfida che devono affrontare gli scienziati, che hanno compiuto progressi significativi nella comprensione del rinoceronte lanoso, un mammifero preistorico.

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Il progresso scientifico a volte prende strade misteriose, come ci ha dimostrato la scoperta del DNA del rinoceronte lanoso europeo negli escrementi fossilizzati – o coproliti – delle iene delle caverne! Una scoperta che ha permesso ai ricercatori dell’Università di Costanza, in Germania, di ricostruire il genoma mitocondriale di questa specie, scomparsa circa 10.000 anni fa in circostanze ancora misteriose. Il genoma mitocondriale si trasmette solo per via materna e permette di risalire al filo genetico fino all’origine della specie.

Grande progresso scientifico

Questa importante scoperta, fatta per caso mentre gli scienziati cercavano di identificare il DNA delle piante, dovrebbe far luce sulle origini del rinoceronte lanoso diviso in due gruppi: europeo e siberiano. Ciò che lo rende ancora più straordinario è che è la prima volta che gli scienziati incontrano un genoma della comunità europea. Il motivo: in Europa le temperature sono più alte che nel permafrost siberiano, il che aumenta la degradazione del DNA. A ciò si aggiunge l’ingegnosità tecnica: per distinguere il materiale genetico del rinoceronte lanoso da quello della iena che lo mangiava e da qualunque cosa si trovasse nello stomaco di quest’ultima, gli scienziati hanno utilizzato, tra le altre cose, un sequenziatore del DNA. L’estratto che sono riusciti a isolare si era deteriorato. Li hanno confrontati con altri genomi moderni e antichi per recuperarli.

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La loro analisi è stata pubblicata sulla rivista Lettere di biologiaRivela che il rinoceronte lanoso si è diviso in due gruppi 450.000 anni fa. Oltre a questo progresso, Ruthna, che risale al Paleolitico medio (tra il 300.000 e il 30.000 a.C.), contiene innumerevoli altre risorse che possono far luce sull’ambiente in cui vivevano i Neanderthal nella regione. Se gli chercheurs hanno molte informazioni nella conclusione, sembra che il chantillon sia isolato, i risultati suggeriscono che tutte le mie informazioni per mettere la cache nei coproliti, proprio come il laissez-faire dei coproliti.

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About the Author: Adriano Marotta

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