gli immensi tentacoli delle “mafie dell’olio”

STORIA – La polizia ha appena compiuto diversi raid che mostrano una “convergenza” tra gruppi criminali precedentemente in competizione.

Si chiama “olio sporco”. Negli ultimi anni è nel contrabbando di idrocarburi che la mafia italiana ha rafforzato la sua presa. Dall’esplosione della produzione nelle aree controllate dallo Stato Islamico in Iraq, Libia e Siria, dalla liberalizzazione nel 2012 della distribuzione della benzina in Italia e dal moltiplicarsi delle “pompe bianche”, è esploso il contrabbando, arricchendo gli ambienti criminali.

Dal 2017 è diventato uno dei maggiori soggetti di intervento della Guardia di Finanza. E oggi, diverse grandi indagini parallele, portate avanti in diversi anni, sull’antimafia di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria, oltre che su Potenza e Lecce nel sud della Puglia, hanno appena sfociato in due colpi. spettacolare. Colpirono sia la Camorra e il suo clan Moccia di Afragola, sia la Ndrangheta, compresi i Piromalli, e le sue innumerevoli piccole clan locali.

L’8 aprile, 71 persone sono state prese in custodia dalla polizia,

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