Giorgia Meloni colonizza la televisione pubblica italiana

Giorgia Meloni colonizza la televisione pubblica italiana

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“Guerra politica aperta”

Il famoso giornalista Roberto Saviano ha replicato su Twitter “La verità è che Fabio Fazio è stato espulso dalla Rai. Non l’ha lasciata, è stato espulso perché la destra xenofoba ha bisogno di spazio per la sua egemonia. Questa partenza è solo un nuovo episodio di una strategia guidata dal presidente del Consiglio: Giorgia Meloni comincia ad occupare questo posto qualche settimana fa.

Ai primi di maggio il presidente della Rai Carlo Vortis ha annunciato le proprie dimissioni. L’uomo nominato nel 2021 dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi non ha nascosto i motivi della sua partenza. “Una guerra politica aperta dall’inizio del 2023 contro il mio lavoro e la mia persona che contribuisce a indebolire l’opinione e il servizio pubblico, man mano che procede. Non condivido i cambiamenti della linea editoriale, anche se legittimi, né la programmazione che faccio Le pressioni del governo di estrema destra e la nomina di uomini costituiscono Chi è vicino a Giorgia Meloni fa parte di un più ampio “spoil system” che colpisce in questi giorni anche le forze dell’ordine. Il nuovo leader è Roberto Sergio , che ha servito il canale pubblico per quasi due decenni.Centrista famoso, è vicino a un uomo forte della destra italiana, Pier Ferdinando Cassini.

Ma è il profilo del nuovo direttore generale del gruppo audiovisivo a preoccupare: Giampaolo Rossi, collaboratore della Rai tra la fine degli anni 2000 e l’inizio degli anni 2000, è considerato dal settimanale. caffè espresso come il “teorico ideologico di Georgia Meloni”. Le sue voci sono scritte in colonne rivista Smaschera un uomo dai tratti misogini e razzisti, un elogio del presidente russo Vladimir Putin e sostenitore delle teorie del complotto sulla “Grande alternativa”.

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“Bulimia”

Ma al momento è difficile determinare il cambiamento della linea editoriale. Se la Rai si distacca da Fabio Fazio e dal suo programma di intrattenimento fatto di lunghe interviste a personaggi del mondo politico, culturale o religioso, sottolinea anche personaggi critici della destra, come Lucia Annunziata o Bianca Berlinguer, oltre a programmi di inchiesta come ritardo, che per anni ha preso di mira le formazioni di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Le scelte editoriali di opinione nell’era della destra saranno ancora più chiare quando si sceglieranno le varie testate di telegiornale.

“Ero io che volevano, una piccola vittoria. Sono onorato di essere presentato come un trofeo”, ha detto tempo Il presentatore Fabio Fazio, che non aveva ancora 20 anni quando ha iniziato la sua carriera in Rai. Si rifiuta di commentare la portata politica della scelta del canale di non “martirio stesso”. “Andrà tutto bene per Ray”, conclude. Meno ottimista il deputato democratico Stefano Graziano. Con l’addio di Fabio Fazio “dobbiamo rinunciare al valore aggiunto per la miopia di questa maggioranza che non conosce i valori del pluralismo e dell’indipendenza”, membro della Commissione parlamentare per il monitoraggio dei servizi audiovisivi lanciato.

“Giorgia Meloni e i suoi compari mostrano un allarmante caso di bulimia al potere”, afferma Stefano Graziano, la cui influenza del capo del governo sulla televisione pubblica invoca simili exploit di armi a Silvio Berlusconi, durante i suoi anni al potere negli anni ’90 e 2000. Così il primo ministro e il magnate dei media controllavano simultaneamente Al-Rai e il suo rivale gruppo di media audiovisivi, Mediaset. Per l’eletto di sinistra “l’occupazione dei televisori e degli spazi di comunicazione è sempre stata un’ossessione della destra italiana”.

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