Disaccordi UE con GAFAM

Disaccordi UE con GAFAM

Il 24 marzo 2022 l’Unione Europea ha approvato una nuova normativa, Regulating Digital Markets, per porre fine all’abuso di posizione dominante da parte dei giganti digitali. (Foto: 123RF)

BRUXELLES – L’Unione Europea e alcuni Stati membri hanno intensificato negli ultimi anni le controversie con i colossi digitali statunitensi.

Google mercoledì non è riuscito a cancellare una multa record di 4,3 miliardi di euro inflitta da Bruxelles nel 2018 per aver abusato della posizione dominante del sistema operativo mobile Android. Ma il Tribunale dell’Unione Europea ha ridotto tale importo a 4,1 miliardi di euro, che “sostanzialmente” ha respinto il ricorso del Mountain View Group (California).

Di seguito si ricordano le principali azioni avviate da Bruxelles contro GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft).

Pratiche anticoncorrenziali

Il 24 marzo 2022 l’Unione Europea ha approvato una nuova normativa, Regulating Digital Markets, per porre fine all’abuso di posizione dominante da parte dei giganti digitali. Tali società sono state più volte sospese dalla Commissione Europea a causa di pratiche anticoncorrenziali.

Google è stata colpita con pesanti multe dall’Unione Europea, per un totale cumulativo di 8 miliardi di euro, in tre casi antitrust, compreso quello che la giustizia europea ha pronunciato mercoledì.

Microsoft ha ricevuto anche diverse sanzioni europee, tra cui una di 561 milioni di euro, imposta nel 2013, per il suo browser Internet Explorer.

Amazon, Apple, Facebook e Google sono oggetto di indagini europee per presunte violazioni delle regole di concorrenza. In particolare, dal maggio 2022 Apple è accusata di aver abusato di una posizione dominante nei pagamenti contactless.

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In Italia, nel dicembre 2021 una polizia della concorrenza ha imposto ad Amazon una multa di 1,128 miliardi di euro per aver abusato di una posizione dominante dopo aver discriminato i venditori che non hanno utilizzato la sua logistica. L’azienda è ripresa.

contenzioso tributario

Germania, Italia, Francia e Spagna hanno fatto pressioni per l’introduzione di tasse minime per i colossi digitali accusati di “dumping” fiscale in Europa.

Un accordo storico, concluso nel giugno 2021 in seno al G7, prevede una tassa globale di almeno il 15% sugli utili delle multinazionali. Una riforma che originariamente aveva come obiettivo il GAFAM ha ricevuto il via libera dal G20 nell’ottobre 2021.

In precedenza, l’Unione Europea ha installato più volte queste società per la loro politica di ottimizzazione fiscale.

Una clamorosa disputa tra Bruxelles e Apple nel 2016 ha spronato 13 miliardi di euro in “benefici fiscali immeritati” che l’Irlanda ha concesso ad Apple. Ma la giustizia europea ha assolto, nel luglio 2020, l’esecutivo europeo che ha presentato ricorso.

Nel 2017 la Commissione ha ordinato ad Amazon di risarcire il Lussemburgo per 250 milioni di euro di “indebiti vantaggi fiscali”, ordinanza che è stata annullata il 12 maggio 2021 dal Tribunale dell’Unione europea. La Commissione ha presentato ricorso e il caso è nelle mani della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE), la più alta corte d’Europa.

compenso mediatico

I media tradizionali accusano Google, Facebook e altre grandi piattaforme di trarre profitto dai loro contenuti senza un reale compenso da parte loro.

Il concetto di “diritti di vicinato”, che consente a giornali, riviste o agenzie di stampa di ricevere un compenso per il riutilizzo dei propri contenuti online, è stato creato per le piattaforme online nell’ambito di una direttiva europea, adottata dal Parlamento europeo nel marzo 2019. Europea.

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La Francia è stato il primo Paese dell’Unione Europea ad attuare la riforma, con una legge approvata nel luglio 2019, che entrerà in vigore tre mesi dopo.

Dopo, a malincuore, Google e Facebook hanno firmato accordi con i media francesi per premiare l’uso dei loro contenuti.

Ciò non ha impedito a Google di essere multato di 500 milioni di euro dall’autorità francese garante della concorrenza per non aver negoziato “in buona fede” con la stampa francese.

Protezione dei dati personali

Un’altra frequente critica europea contro GAFAM: l’uso controverso e persino incontrollato dei dati personali degli utenti.

Nel 2018 Bruxelles ha messo in atto misure di salvaguardia con l’introduzione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che si è affermato come lo standard globale nel settore.

Le aziende devono ottenere il consenso dei cittadini quando vengono richiesti i loro dati personali, informarli dell’uso che verranno utilizzati e consentire loro di cancellare i dati. Le violazioni possono essere punite con pesanti sanzioni.

Nel settembre 2022, a nome dell’Unione Europea, il regolatore irlandese ha inflitto una sanzione record di 405 milioni di euro a Instagram, società controllata da Meta Group, società madre di Facebook, per violazione del trattamento dei dati dei minori. Meta ha annunciato la sua intenzione di ricorrere in appello.

Nel luglio 2021, il Lussemburgo ha inflitto ad Amazon una sanzione di 746 milioni di euro per il mancato rispetto del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che ha presentato ricorso.

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