Crisi ucraina: l’Italia vuole sanzioni su misura

Per concentrarsi sulla crisi in Ucraina, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha stravolto un’agenda molto incentrata sulla politica interna. Mercoledì mattina, il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano ha dovuto convocare un Consiglio dei ministri straordinario prima di partecipare a una videoconferenza con i suoi partner del G7 e a un incontro straordinario del Consiglio Nazionale di Difesa con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In serata è volato al Consiglio europeo organizzato a Bruxelles.

Sulla scia del Consiglio dei ministri, Mario Draghi ha anticipato l’attuazione di sanzioni “duressime”, perché le azioni del governo russo rendono impossibile il dialogo. L’Italia, però, nelle ultime settimane ha preso una posizione molto cauta, spiegando ai suoi partner europei che preferisce lasciare settori come l’energia, da cui è molto dipendente, fuori dal sistema. Anche Roma chiede un migliore coordinamento europeo, come ha spiegato mercoledì il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’audizione davanti alla Camera dei Deputati.

“Ultima risorsa”. L’Italia, che ha contingenti in Lituania (esercito) e Romania (aviazione), sembra però più preoccupata di questioni economiche che militari. È infatti probabile che il suo turismo sia molto influenzato dalle misure di ritorsione: i visitatori russi – 1,7 milioni all’anno – hanno un peso significativo lì, soprattutto nella fascia alta. Potrebbero essere interessate anche attrezzature industriali (due miliardi di esportazioni in Russia nel 2020) e abbigliamento (700 milioni), il che spiega perché, secondo fonti europee citate da Il New York Times, Si dice che Roma abbia chiesto l’esenzione dalle sanzioni dei beni di lusso. Senza contare che questa nuova crisi ucraina arriva quando la ritorsione russa in vigore è costata 1,4 miliardi al settore agroalimentare in sette anni.

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Queste considerazioni economiche sono attualmente al centro del dibattito tra i partiti politici. Se la condanna dell’aggressione russa è unanime, resta l’ambiguità sul comportamento da adottare, come ha sottolineato Enrico Letta, segretario del Pd (centro sinistra): “Continuiamo a vedere troppe ambiguità, prendiamo atto delle posizioni filo-russe che danno l’immagine di un’Italia divisa. Ora non è il momento”, ha attaccato, puntando in particolare su Matteo Salvini. Il leader della Lega ha infatti affermato che le sanzioni erano “l’ultima spiaggia, perché sono gli italiani a subire il danni”. Il Movimento 5 Stelle, guidato dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha dal canto suo adottato una posizione non più offensiva: “Serve un approccio europeo ai rischi economici. Le sanzioni dovrebbero essere progressive”.

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