Almeria, un vivido ricordo di Hollywood e del regime franchista

Scritto da Isabel Baker

Inserito il 06 ago 2021 alle 23:53 , Aggiornato ieri alle 09:34

Sulla terrazza della sua piscina rivestita in erba sintetica, Carlos Oliva evoca teneramente l’ex proprietario del suo hotel. Il suo nome è Eddie Foley. Questo britannico, morto nel 2011, sta dando una testata al gruppo Lorenzo d’Arabia, diretto dal connazionale David Lane. Era l’inizio degli anni Sessanta, ad Almeria, nel rovente sud del paese, il porto dell’Andalusia che allora era uno specchio fatato sul mare.

Almeria è il nome di una città costiera ma anche il nome di una pittoresca provincia desertica, la cui sorprendente aridità a volte dà l’impressione di guidare il visitatore su un altro pianeta. L’Andalusia è tra le regioni più povere del paese. Il piccolo villaggio di Carboneras si trova a 60 chilometri a nord-est della città, ai margini del Parco Naturale Cabo de Gata-Níjar, con strade tortuose e case bianche. Villaggio andaluso alla fine del mondo.

Il regista David Lean e John Boxes, scenografo, davanti alla spiaggia di Al Jarropico, a Carboneras (governatorato di Almería, Andalusia), dove è stato ricreato il villaggio di Aqaba per le riprese

Questo è tutto ciò che Eddie Foley scopre quando arriva in Spagna. Eddie si innamora di Almeria Il giudice Carlo Oliva. Al punto da acquistare un appezzamento di terreno sul lungomare, che all’epoca non valeva nulla. Convince persino David Lane e la sua compagna Barbara a fare lo stesso. Gli amici stanno costruendo due case fianco a fianco. E poi, nel 1970, Eddie decise di aprire El Dorado.

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Ascensore tutto in mogano e specchi

Questo è un piccolo hotel a Carboneras ora di proprietà di Carlos Oliva, 72 anni. Se la maestosa doratura del portone d’ingresso e le colonne neoclassiche del soggiorno ricordavano la residenza degli zar o un misterioso palazzo orientale, è perché Eddie Foley, da abile recuperatore, portò in questo luogo isolato dall’Andalusia parte del set di film a cui ha partecipato. Quelli di David Lean, ma anche di Nicola e Alessandra (1971), di Franklin J. Schaffner, uno degli ultimi film girati in Spagna il cui ascensore, tutto in mogano e specchiato, si muove miracolosamente su una strada appena asfaltata, fungendo da cabina telefonica vicino alla reception dell’hotel.

In questo luogo molto tranquillo e confortevole, Carlos Oliva vive da più di trent’anni. “Ho aggiornato la struttura, ovviamente, ma ho lasciato tutto così com’è”, È orgoglioso, dice, di mantenere la tenuta e sostenere l’immaginazione della persona che è stata prima il suo capo – Oliva che ha iniziato a El Dorado come manager – e poi il suo amico. Omaggio a questo britannico che è stato soprannominato dai suoi colleghi nel film “Uccello pazzo”.

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