Viaggio al potere

Viaggio al potere

La piccola musica che l’accompagnerà fino alle elezioni legislative del 2023, a Genova Giorgia Meloni ha iniziato a cantarla. In occasione di un comizio elettorale il 6 giugno nel porto vecchio. Non volevamo ancora entrare nel governo: perché non siamo pronti? No: perché vogliamo governare alle nostre condizioni! Il nostro obiettivo non è far sopravvivere l’Italia, ma cambiarla. Capovolgilo “come un calzino”, come si dice a Roma, “ Ha urlato davanti a un pubblico di 500 o 600 persone battendo entrambe le mani. Lei è la nuova Georgia Meloni: i piedi per strada, la testa al governo.

Questo è solo l’inizio.” Colpisce il punto di partenza per uno dei suoi più stretti aiutanti. Giorgia Meloni ha aspettato le ultime settimane di campagna per vendere, passo dopo passo, città dopo città, una storia che non lascerà fino alle elezioni legislative: quella di una destra conservatrice e di una moderata, “troppo rigido” molto tangibile, sempre meno populista, intriso di volontarismo e merito (Il merito è il carburante di questo mondo).

Il suo liberalismo è una specie di terza via di Blairy, in una versione di destra (“Creare le condizioni per essere vincolati alla linea di partenza”). Discorso attivo trasmesso dalla volontà al corpo (“Sta tutto nella volontà, nella determinazione, nel senso del sacrificio, nella passione”) a una forma di guida mentale )“Non si devono accettare i limiti imposti dagli altri”.).

Una nuova versione della destra Berlusconi, ma senza Berlusconi. La Meloni, da politico di professione, intende rivolgersi agli imprenditori, e i sondaggisti sono più al Nord che al Sud, e parlano di aziende bullizzate dallo Stato, made in Italy, e disposte all’esatto opposto del reddito di cittadinanza [aide sociale mise en place par le Mouvement 5 Étoiles]parlare di “Rivoluzionando la vita naturale”, Da “Piccole cose di buon senso”, Intende ridurre le tasse sul lavoro.

“Georgia, mi hai ispirato”

Il leader fa appello alle donne a destra. Meloni, innamorato di lei, si ritrova in lei: in fondo al podio, è il luogo della vera adorazione. Niente a riguardo, ovviamente, è femminismo: piuttosto, è una novità assoluta rispetto alla mascolinità infantile di Berlusconi (salsa bunga bunga) o alla mascolinità adolescenziale di Salvini. Le donne le chiedono un selfie, la devozione a un libro, le stringono la mano, la accarezzano e persino – un gesto che è diventato sovversivo – la prendono tra le braccia. Casalinghe, studenti, imprenditori…

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A La Spezia, a sud di Genova, sotto il sole, alle 11, le mamme in carrozzina lo sentono parlare male “Governo del meglio” [comme on surnomme parfois l’exécutif d’union nationale de Mario Draghi]. A Genova si tocca l’estasi. “La Georgia sta navigando in un mondo molto difficile per le donne, lei è una leader politica, non un’imprenditrice. Io sono un capo, per questo faccio fatica a convincere: ma lei mi ispira”, Lo ammette Fulvia, il direttore dell’azienda. Dietro di lei quelli che – a decine – fanno la fila per salutare Meloni.

La battaglia per la leadership di centrodestra

In flat e con queste armi Giorgia Meloni, per la prima volta, si prepara a conquistare i suoi avversari. E non solo nei sondaggi. Queste elezioni comunali sono una prova prima delle elezioni legislative, dove si svolgerà la battaglia per la leadership e il futuro del centrodestra. È il primo test a grandezza naturale della credibilità dei sondaggi di opinione che, in questi mesi, hanno visto decollare i Fratelli d’Italia, al punto da vederla conquistare il primo posto nel panorama politico italiano. Resta da vedere se Meloni girerà la prova [Fratelli d’Italia a été le premier parti de la droite sur ces élections, mais le deuxième en Italie derrière le Parti démocrate, centre gauche].

Ad ogni modo, odora “sorpasso” [doubler en voiture] È onnipresente nel programma dei leader di centrodestra in questi ultimi giorni di campagna. All’Appuntamento di Matteo Salvini, che è visibilmente pieno, pieno di appuntamenti da recuperare, e al Rendezvous di Giorgia Meloni, più succinto che mai, cavalca il suo slancio. Dieci incontri al giorno per lui e due per lei: Indovina chi c’è dietro ai sondaggi.

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“Non abbiamo mai accettato i limiti imposti dagli altri”.

Nei suoi incontri in giro per l’Italia, Giorgia Meloni dipinge un quadro accurato che aiuta a definire le sue direzioni per i prossimi mesi. Conferma che il centro a destra “Normale” È un centrodestra unito e l’anomalia è il governo di unità nazionale [auquel participent Berlusconi et Salvini] Questa è la scelta della partnership con il ramo esecutivo ‘Sinistra non proprio visibile’.

Un’alleanza ammanettata secondo Meloni: “Voglio governare con il diritto di centro”, un punto. Preferibilmente in posizione dominante. E nei comuni dove il centrodestra appare in ordine disperso, come a Parma, spiega: “Non siamo un partito che si accontenta di poco, che accetta di arrampicarsi, siamo un partito che vuole fare la differenza e non ha mai accettato i limiti imposti dagli altri”.

In effetti, cinque anni fa, e molto peggio che modesto, Meloney aveva già affermato di aspirare alla carica di primo ministro. La differenza è che a quel tempo nessuno la prendeva sul serio. Come al solito il giornalista Giovanni Minoli, il gioielliere, che gli ha chiesto: “Tu, nella migliore delle ipotesi, diventeresti ministro se vincesse il centrodestra: quale ministero vuoi?” Ho osato rispondere: “No, confuto la tua analisi: ho intenzione di diventare presidente del consiglio”.

A dicembre 2017 è stata appena rieletta presidente di Fratelli d’Italia, che si aggirava intorno al 5%. Questo non era il caso “Il primo partito di opposizione”, Come lo descrive oggi l’attuale presidente del consiglio, Mario Draghi. Non hai ancora adottato il look Eva Peron O meglio, la versione cinematografica di Madonna, capelli tirati indietro e orecchini XXL. Non eri allora Selfie cintura neracome oggi.

Sorrideva di più, rideva di più, meno sicura di sé. “Inserisci un file e attiva la funzione “selfie” sui tuoi cellulari, poi consegnamelo, alla foto ci penso io, sarà più veloce”Al termine dell’incontro, ordina a coloro che si sono messi in fila davanti al podio di fare una piccola foto con lei. Un rito che è diventato centrale nella politica contemporanea.

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“Siamo in democrazia, decidi tu chi fa cosa!”

“Okay, beh, fa caldo, quindi ora stai all’ombra, ma quando arrivi in ​​Georgia, ti dico di avvicinarti al palco o le foto sembreranno brutte.‘ chiede il coordinatore locale del partito.

La piccola folla si è radunata davanti al Teatro Civico della Spezia in armonia con: gli spettatori cittadini a cui ormai sono abituati, come sul set di un film. Persone che, alla fine, saranno sfidate da Giorgia Meloni: “Dato che siamo in una democrazia, devi decidere chi fa cosa!” Insulta il governo Draghi.

Se lei vuole sostituirlo, Dovrà ottenere un voto in più da Salvini e Berlusconi, per diventare colui che sosterrà la corsa di centrodestra alla presidenza.

Proprio per questo, d’ora in poi, non potendo attaccare i suoi alleati, attacca gli alleati di Berlusconi e Salvini. “Durante la pandemia, la sinistra era in salute. Quando a Genova è crollato il Ponte Morandi, il Movimento 5 Stelle era nelle infrastrutture. C’è la guerra e cinque stelle negli affari esteri. Ci viene detto che Fratelli d’Italia non ha i punti di forza? chiede Meloni, e qui pone un’innocente domanda retorica e ingannevole. Prima di dire forte e chiaro:Vi garantisco che questi ministri, con noi al governo, non li vedrete mai più”. E chi lo sa? Alla luce della tabella pubblicizzata e del suo dichiarato rifiuto di concedersi dei limiti, potrebbe già avere la sua lista in tasca.

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