Tracce di crema solare trovate… nell’Artico!

Tracce di crema solare trovate… nell’Artico!

Un campione di ghiaccio delle Svalbard nell’Artico ha rivelato la presenza di molte molecole chimiche comunemente utilizzate nei prodotti per la cura della pelle, in particolare i residui della crema solare!

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L’inquinamento è ovunque, anche nelle terre disabitate dell’estremo nord. Lo rivela un nuovo studio che ha cercato di dimostrare la presenza di inquinanti chimici provenienti dai cosmetici personali nell’ambiente artico. Tra le altre cose, gli scienziati hanno trovato residui di profumo e filtri UV delle creme solari nel gelato delle Svalbard!

Non c’è bisogno di incolpare Babbo Natale e i suoi elfi per questo nuovo tipo di inquinamento. È improbabile che ne consumassero una quantità così grande quando dormivano sul ghiaccio durante l’estate settentrionale.

Profumi e molecole anti-UV sono stati trovati sulla sommità dei ghiacciai delle Svalbard

In effetti, campioni di questi contaminanti potenzialmente pericolosi per l’ambiente sono stati prelevati da cinque diversi ghiacciai sulla penisola di Brøggerhalvøya, sull’isola artica norvegese di Spitsbergen. Questa è la prima volta che benzofenone-3, octocrylene, etilesil metossicinnamato ed etilesil salicilato vengono trovati a latitudini così elevate, hanno spiegato i ricercatori nell’articolo pubblicato sulla rivista. Ecologia olistica. Molecole comunemente utilizzate nei nostri prodotti per la cura. Abbiamo il diritto di chiederci come siano arrivati ​​a questo punto.

Gli inquinanti vengono trasportati dalle correnti d’aria alle alte latitudini

Gli scienziati sottolineano che le fragranze contenute nei profumi, proprio come le molecole anti-UV che compongono le creme solari spray, vengono facilmente rilasciate nell’atmosfera durante la loro produzione o ovviamente durante l’utilizzo da parte degli individui. Una buona parte di esso raggiunge anche l’ambiente acquatico, dove può entrare nell’atmosfera attraverso gli scambi gassosi che avvengono tra la superficie del mare e l’aria.

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Non importa da dove entrino nell’ambiente, queste particelle finiscono per unirsi alle correnti atmosferiche, che le trasportano su distanze molto lunghe, fino all’ambiente artico. Si ritrovano quindi intrappolati nei ghiaccioli, ammucchiati nel ghiaccio che funge temporaneamente da serbatoio. La domanda rimane: cosa succede loro quando la neve si scioglie durante l’estate e in che misura sono in grado di cambiare i fragili ecosistemi dell’Artico.

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