L’immagine dell’Italia è stata danneggiata dalle tasse sugli utili bancari

L’immagine dell’Italia è stata danneggiata dalle tasse sugli utili bancari

AIl governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, è riuscito a risanare la situazione allentando le tasse sui “profitti in eccesso” delle banche, ma il danno è già stato fatto: la fiducia degli investitori stranieri, spaventati da questo annuncio a sorpresa, ha subito un calo grande successo.

Il “risultato più dannoso” non sarebbe l’impatto sui profitti delle banche, ma piuttosto il “premio di rischio più elevato” richiesto dagli investitori che temono ulteriori interventi di questo tipo, ha affermato Johan Schulz, analista di Morningstar.

La decisione del governo ultraconservatore di imporre una tassa del 40% sui “profitti in eccesso” delle banche derivanti dall’aumento dei tassi di interesse praticato dalla Banca Centrale Europea ha provocato un crollo delle azioni martedì.

Le banche italiane hanno così visto in una sola seduta una perdita di 9,5 miliardi di euro di capitale, una cifra molto superiore ai guadagni derivanti dalla tassa che Roma spera di imporre.

Giovedì i titoli bancari alla Borsa di Milano hanno proseguito la timida ripresa iniziata il giorno prima, con rialzi dell’1,5% per Intesa Sanpaolo e dello 0,7% per UniCredit.

Il settore si è un po’ rassicurato dopo l’annuncio, martedì sera, della fissazione di un tetto fiscale, il cui contributo non supererà “lo 0,1% del totale dell’attivo” della banca.

Tuttavia, la tassa “riduce significativamente” la redditività delle banche in Italia e rappresenta “circa il 15%” dei loro utili netti nel 2022, ma Moody’s, giovedì, ha avvertito che avrebbe un impatto “negativo” sul rating del settore. .

L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, è stato l’unico ad annunciare a maggio di essere disposto ad accettare un’eventuale tassa sulle banche, impegnandosi a “rispettare ogni decisione” dell’esecutivo.

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Clima di confusione

Il commento che potrebbe aver spinto il governo Meloni ad agire, senza avvisare preventivamente le banche di questa tassa, è stato annunciato lunedì in modo palesemente improvvisato e nella massima confusione.

“La natura casuale dell’annuncio, con il governo che modifica i termini fiscali almeno tre volte in un giorno, farà ben poco per ripristinare la fiducia degli investitori”, ha affermato Schultz.

“Molti investitori vedono già le banche europee come istituzioni semi-nazionalizzate”, ha aggiunto.

Il governo Meloni, in carica dall’ottobre 2022, è alle prese con il primo confronto con i mercati.

Mentre Giorgia Meloni cercava di rassicurare l’Europa seguendo la politica economica sostenuta dal suo illustre predecessore Mario Draghi, ex capo della Banca centrale europea, la sfiducia ha cominciato a prendere piede sui mercati.

Criticando i “margini ingiusti” delle banche, mercoledì il capo del partito post-fascista Fratelli d’Italia ha difeso la tassa, affermando che serviva come “misura di sostegno finanziario per famiglie e imprese” a fronte di un’inflazione record.

Le banche italiane hanno visto aumentare i loro interessi attivi in ​​seguito al rialzo dei tassi di interesse, senza aumentare le commissioni sui conti correnti dei loro clienti.

“Gestione sovietica”

Secondo la stampa italiana, la Meloni si è accordata con il suo vice primo ministro Matteo Salvini, capo della Lega (di estrema destra), per annunciare questa misura “anti-ricchi”, ingraziandosi così i favori dei suoi elettori.

Dopo aver abolito il “reddito di cittadinanza” destinato alle fasce più povere e impedito la fissazione del salario minimo richiesto dall’opposizione di centrosinistra, ha voluto restaurare la propria immagine.

Lorenzo Codogno, ex capo economista del Tesoro italiano, ha commentato: “Le banche sono facili prede per i populisti, e offuscare la loro reputazione non farà altro che attirare sostegno politico”.

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Egli ha avvertito che questa “tassa in stile sovietico sugli utili bancari in eccesso” rischia di causare “un danno permanente all’attrattiva dell’economia italiana”.

Il ministro dell’Economia e leghista Giancarlo Giorgetti, che a giugno aveva definito “demagogia” una potenziale tassa sulle banche, lunedì sera ha boicottato la conferenza stampa che annunciava la misura.

Francesco Giavazzi, ex consigliere economico di Mario Draghi, ha dichiarato: “L’assenza del ministro dell’Economia in una conferenza stampa in un’occasione del genere dà un’immagine pessima del Paese”, riferendosi a “un attacco alla credibilità del Paese”. “.

10/08/2023 15:36:13 – Milano (AFP) – © 2023 AFP

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