La televisione pubblica italiana denuncia l’occupazione marocchina del Sahara occidentale

La televisione pubblica italiana denuncia l’occupazione marocchina del Sahara occidentale

Il canale televisivo italiano Rai 3 ha trasmesso un servizio su un caso di corruzione al Parlamento europeo, evidenziando l’intervento di Makhzen e le manovre di spionaggio con eurodeputati corrotti, nonché i crimini dell’occupazione marocchina nel Sahara occidentale. Il rapporto è intitolato Europa in venditaFornito dal software Ray 3 Prisa Diretta, Ha fatto riferimento al tema centrale di questa indagine condotta dalla Procura federale belga dallo scorso dicembre, ovvero l’attività di pressione e corruzione a cui il Marocco ha fatto ricorso con l’obiettivo di eludere ed evitare qualsiasi decisione che non risponda agli interessi del Regno. Soprattutto per quanto riguarda il Sahara occidentale occupato. Con foto di documenti segreti svelati al pubblico, il giornalista spiega che un memorandum della missione del Marocco presso l’Unione Europea trapelato nel 2014 allertava il ministero degli Esteri di possibili “emendamenti malevoli” da parte di “dissidenti” in vista dell’adozione da parte del Parlamento europeo dei rapporti dedicati alla tortura, diritti umani e relazioni commerciali tra l’Unione europea ei paesi del Mediterraneo. Ora sappiamo cosa c’è dietro l’opposizione di alcuni membri della Commissione europea e del Consiglio europeo alla decisione della Corte di giustizia europea (CGUE) sulle risorse naturali del Sahara occidentale. C’era corruzione. Per noi la cosa più difficile è che l’Europa ammetta di aver depredato le risorse di un popolo colonizzato. I vostri soldi (i soldi dell’Europa, parlando con il giornalista, ndr) sono stati usati per opprimere il nostro popolo. Lo ha annunciato, in una clip, il presidente sahrawi e segretario generale del Fronte Polisario, Brahim Ghali. Secondo il documentario, Rabat avrebbe compiuto atti di ingerenza in molte altre istituzioni europee, usando la corruzione per corrompere personaggi influenti e avrebbe fatto ricorso a un gruppo parlamentare per “sviluppare i suoi molteplici interessi”. Cita in particolare il coinvolgimento di Antonio Panzieri, ex parlamentare italiano, e dei suoi connazionali Andrea Cozzolino e Francesco Giorgi che erano in contatto con la DGED (Direzione Generale Studi, Documentazione, Intelligence e Controspionaggio in Marocco) e con Abderrahim atmosfera. Ambasciatore del Marocco in Polonia. Alla domanda sul suo ruolo in questa indagine, un membro del Parlamento europeo di sinistra, Miguel Urban Crespo, ha indicato che gli è stato negato l’ingresso in Marocco perché, secondo lui, “Ho criticato e denunciato la continua violazione dei diritti umani nel Sahara occidentale così come la tortura dei prigionieri politici sahrawi, le sparizioni e lo sfruttamento illegale delle risorse naturali”. Inoltre, il documentario ha evidenziato che il Sahara occidentale era una delle regioni più minate del mondo, con oltre 2.000 vittime finora. Le immagini della squadra della “Bresaderetta” mostrano la sofferenza dei familiari delle vittime, che hanno raccontato come i loro cari siano rimasti intrappolati da queste mine antiuomo. La giornalista ha parlato anche con le famiglie di prigionieri politici e attivisti saharawi come Sultana Khia, che ha raccontato di essere stata torturata e di essere stata messa agli arresti domiciliari con la madre e la sorella per più di un anno dalle forze di occupazione marocchine, confermando però che lei continuerà. Lottare per l’indipendenza del Sahara occidentale.

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