La Germania sostiene la Francia nel rendere l’Unione Europea “più sovrana”

Questo è pieno sostegno, poiché la Francia assumerà la presidenza del Consiglio dell’UE dal 1 gennaio. “I nostri amici francesi possono contare sul nostro sostegno dal primo all’ultimo giorno per gettare le basi giuste all’interno dell’Unione europea: per una ripresa economica sostenibile, nella lotta alla crisi climatica, nella digitalizzazione e per un’Europa più sovrana nel mondo”, ha dichiarato venerdì 31 dicembre il ministro degli Esteri tedesco Annallina Barbock. lo scienziato.

I pianeti sembrano allineati: la Germania ha una nuova alleanza ambiziosa, che Emmanuel Macron vuole guidare “l’Europa forte”, seguita da Italia e Spagna, e il Regno Unito, che sta rallentando, non è più uno Stato membro. Secondo gli auspici del capo della diplomazia tedesca, la presidenza francese costituisce una “importante opportunità [à] Coglietela insieme per rafforzare l’Europa e renderla in grado di affrontare le sfide di domani”.

Anno difficile. Per ora, Emmanuel Macron ha messo tre priorità nell’agenda della sua presidenza: salari minimi in tutta l’UE, regolamentazione delle grandi aziende digitali e una tassa sul carbonio alle frontiere. Gli ambiziosi temi che il Presidente francese spera di sollevare per illustrare il suo appetito europeista, oltre che gli interessi di politica interna, alla luce delle elezioni presidenziali dell’aprile 2022. Il Presidente della Repubblica avrà comunque il ruolo di mediatore e facilitatore e sarà limitato nel tempo (6 mesi) come nella capacità.

Per non parlare del fatto che il 2022 sembra preannunciarsi come un anno difficile sulla scena internazionale dell’UE. Il caso ucraino ha mostrato quanto Mosca ignori i suoi partner europei di fronte agli Stati Uniti, che sono il vero poliziotto d’Europa. La concorrenza è ancora agguerrita con gli americani, come rivela il caso dei sottomarini australiani esplosi sui francesi.

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Quanto alla rivalità tra Washington e Pechino, spinge gli europei ad essere vassalli oa svolgere il ruolo di bilanciatore delle grandi potenze, mentre la questione Taiwan, tra l’altro, resta spinosa. L’Ue resta frammentata da una governance difficile e visioni divergenti (Ungheria e Polonia), incerta sulle sue ambizioni di difesa europea, e le complicazioni restano significative: la Turchia è un partner sensibile, anche se per il momento Erdogan sembra aver messo l’acqua nel vino. La situazione della sicurezza nella regione del Sahel resta preoccupante.

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