Gli ingredienti per la vita raccolti attorno a Saturno

Gli ingredienti per la vita raccolti attorno a Saturno

I sei elementi coinvolti: carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, zolfo e fosforo. Finora mancava solo il fosforo. La nuova analisi ne ha trovati alcuni, in uno degli anelli di Saturno, dove le particelle di roccia ghiacciata provengono da “getti di ghiaccio” o “colonne di ghiaccio” di Encelado. L’analisi dei dati raccolti dalla sonda statunitense-europea Cassini – che ha orbitato intorno a Saturno dal 2004 al 2017 – è Inserito mercoledì nel diario natura.

Meno noto di Titano, la più grande delle lune di Saturno, Encelado è ancora a prima vista più adatto alla vita: è circondato da uno spesso strato di ghiaccio, sotto il quale può nascondersi l’acqua liquida. Titano sì Atmosfera Di grandi dimensioni, ma non adatto alla vita.

Anche la luna di Giove, chiamata Europa, è nota da tre decenni per essere ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio, sotto il quale si trovano diversi indizi che indicano un mare di acqua liquida. Da allora un ambiente simile è stato osservato anche su altre due lune di Giove, Ganimede e Callisto. Si sospetta che Plutone possa ospitare anche acqua liquida, anch’essa “schiacciata” tra la crosta rocciosa e la calotta glaciale.

Cosa entusiasma gli astrobiologi questa voltaè che mentre abbiamo scoperto alcuni di questi sei elementi in questi altri mondi congelati, questa è la prima voltaCon Encelado, abbiamo trovato tutti e sei i componenti, il fosforo è l’ingrediente mancante finora. I ricercatori descrivono la concentrazione di fosforo come più alta che negli oceani della Terra: Interazioni geochimiche tra acqua e roccia, può spiegare questo risultato. Ma l’esiguo numero di particelle analizzate da Cassini Richiede anche cautela.

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Giove e Saturno sono così lontani dal Sole che la temperatura delle loro lune permette all’acqua liquida di esistere sulla superficie (tra 0 e 100 gradi Celsius). Ma è l’enorme forza di attrazione di questi pianeti che crea un effetto di marea sui loro satelliti, che è sufficiente – presumibilmente – per riscaldare la superficie e sciogliere lo strato inferiore di ghiaccio.

Ovviamente non abbiamo mai visto questi oceani: stiamo parlando di strati di ghiaccio, il cui spessore può raggiungere decine di chilometri. Ma diversi indizi puntano in questa direzione: le crepe sul ghiaccio di Europa, che le sonde spaziali hanno ripreso fin dagli anni ’70, sono tipiche di ciò che ci si aspetterebbe da una calotta glaciale che non si muove, ma si muove perché si trova sull’oceano. I pennacchi di ghiaccio emessi a intervalli irregolari da Encelado come fece Europa sarebbero il risultato di interazioni tra queste forze tettoniche che rompono il ghiaccio e talvolta permettono al geyser di scappare.

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