Euro 2021: Chiesa, marcatori italiani di padre in figlio

Venticinque anni separano i gol di padre e figlio in un euro. Il 12 giugno 1996, durante il Campionato Europeo in Inghilterra, Enrico Chiesa ha segnato il gol italiano nella sconfitta contro la Repubblica Ceca (2-1). Sabato Federico Chiesa, entrato in campo all’85’, lo ha imitato ai supplementari (95°) contro l’Austria (2-1).

Mai un padre e un figlio avevano segnato in questa competizione. Inoltre, è successo, ogni volta, in Inghilterra. Enrico Chiesa (50), che ha giocato nella Fiorentina, Parma e Lazio a Roma e ha 17 presenze e 7 gol con la Squadra Azzurra tra il 1996 e il 2001, aveva trovato la scappatoia ad Anfield Road a Liverpool. Federico (23), non ancora nato, ha segnato a Wembley.

Una sensazione indescrivibile

Interrogato la scorsa settimana sul ruolo svolto dal padre e sui consigli che gli stava dando, il figlio aveva eluso la domanda, visibilmente infastidito. Ma il suo primo gol in questo Europeo e solo il suo secondo in 29 presenze, ha inevitabilmente ricordato questo lignaggio. Uscito da una buona stagione alla Juventus a Torino (15 gol e 11 assist in tutte le competizioni), ha forse anche conquistato il posto da titolare per i quarti di finale contro il vincitore di Portogallo-Belgio.

Finora Roberto Mancini ha preferito Domenico Berardi, attaccante del Sassuolo. Ma Chiesa, al di là della sua superba sequenza in porta, è stato molto più incisivo e preciso di Berardi trascorrendo a terra tre volte meno di lui.

“Abbiamo vinto questa partita grazie ai giocatori che sono venuti dalla panchina, sono entrati con la mentalità giusta e hanno trovato il modo per risolvere questa partita. Federico (Chiesa) et (Matteo) Pessina è stato bravissimo”, ha detto Roberto Mancini, ormai imbattuto da 31 partite alla guida dell’Italia.

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“L’Austria ha giocatori importanti, ha qualità e ha mantenuto il possesso palla creandoci problemi, ma penso che meritiamo di segnare e di qualificarci”, ha detto. Il mister ci vuole sempre pronti, continua a dire che ci sono 26 titolari. Tutti vogliono aiutare. Io sono rimasto calmo, in queste situazioni si vuole fare subito gol. Invece, ho deciso di fermare la palla e prendermi un po’ di tempo prima del tiro. Non ho parole per dire come mi sento. È una sensazione incredibile. “

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