Contro la fine del reddito di cittadinanza in Italia insorgono i quartieri popolari

Contro la fine del reddito di cittadinanza in Italia insorgono i quartieri popolari

È una scena che è rimasta impressa nella memoria collettiva degli italiani. La sera del 28 settembre 2018 i vertici del Movimento 5 Stelle (M5S, antisistema) hanno deciso di fare un’apparizione a sorpresa sulla terrazza di Palazzo ChigiSede romana del governo.

I loro volti trascesi dalla passione vendicativa, hanno annunciato l’approvazione della legge che istituisce a “reddito di cittadinanza” in Italia, il compimento della loro storica promessa elettorale. “Abbiamo abolito la povertà”, ha dichiarato in questa occasione il Vice Primo Ministro, Luigi Di Maioin uno slancio di entusiasmo che passerà alla storia (e sarà spesso oggetto di scherno).

In questo momento storico, il reddito di cittadinanza – aiuto limitato a 780 euro mensili per cittadini o famiglie che dichiarano meno di 9.360 euro annui – viene denunciato da tutte le parti. Dall’opposizione di sinistra, come quella di destra.

Tuttavia, da allora, questa misura non è mai stata abolita.

Il Partito Democratico (centro sinistra) si è schierato discretamente per la sua causa, e Il governo di unità nazionale di Mario Draghi si è limitato a poche modifiche marginali, nel 2021. Ma quello era prima l’ascesa al potere di Giorgia Meloni.

“Trasformare l’assistentato in lavoro”

In conformità con le sue promesse elettorali, il 22 novembre il suo governo conservatore ha annunciato che avrebbe abolito questo beneficio sociale. Il politico di estrema destra ha spiegato le ragioni di questa scelta con queste parole, riportato in questo video dal quotidiano centrista Corriere della Sera :

“Continueremo ad aiutare con il mio chi non può lavorare, i disabili, le famiglie prive di reddito

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