Assunta Almirante, la “papa nera” del postfascismo, è morta

Assunta Almirante, la “papa nera” del postfascismo, è morta

Vedova di Giorgio Almirante, figura storica del Movimento Sociale Italiano (MSI), erede della Repubblica fascista di Salò, la “papa nera” è morta il 26 aprile all’età di cento anni. Testimone di spicco della costruzione del movimento neofascista , Assunta Almirante è stata una delle ultime testimoni di decenni di storia politica italiana e non aveva mai smesso di esprimersi nei dibattiti che agitavano il Paese. Personaggio colorito, con idee ben difese e una franchezza a volte degna di un ring, “Donna Assunta” non ha mai risparmiato le sue avversarie, lei che sembrava molto meno flemmatica del marito. I partiti ei movimenti italiani di Destra hanno tutti trattato Assunta Almirante come un mostro sacro del postfascismo. Gli anni di Berlusconi l’hanno resa ospite della vita mondana e del jet-set berlusconiano.

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Sposata dapprima con il marchese Federico de Medici, instaurò una relazione adultera con il giovane condottiero neofascista Giorgio Almirante, coperta dalla benevolenza del marchese che riconobbe la figlia dei due amanti, Giuliana de Medici, ora impegnata nel dopoguerra. fascisti. Proveniente da una numerosa famiglia di attori napoletani, Giorgio Almirante viaggia per l’Italia per strutturare il MSI e, occasionalmente, doppiare film. Così era la sua voce in Italia. Si interessa di cinema e teatro, come gli interessava Salò quando era capo di gabinetto di Fernando Mezzassoma, l’ultimo ministro della Cultura di Mussolini.

Ripristinarne la legittimità

Giorgio Almirante aveva dedicato tutta la sua vita una fedeltà ai ritmi di devozione per questo vescovo fascista fucilato a Dongo alla fine di aprile del 1945. Passato alla clandestinità, uscì durante la votazione di una legge di sanatoria e partecipò alla fondazione del MSI . Nei primi anni ’70 Giorgio Almirante fu accusato di aver fatto fucilare i partigiani. In questa occasione se ne va Autobiografia di un artigliere, difesa delle sue idee. Assunta apparteneva alla generazione di coloro che, dopo l’aprile 1945, si sono nascosti e hanno cercato per decenni di ristabilire la propria legittimità all’esercizio del potere.

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La complessità della loro casa è discretamente nascosta. Il divorzio autorizzato in Italia tramite referendum nel 1974 rivelerà la complessa situazione della famiglia Almirante, mentre il suo partito si accampava su posizioni conservatrici. Durante la malattia del marito, colui che è stato investito nella vita del MSI avrebbe favorito l’ascesa del giovane Gianfranco Fini, sostenitore di una linea conservatrice e moderata. L’obiettivo era quello di sbarrare la strada a Pino Rauti, con una linea “rivoluzionaria”, ritenuta elettoralmente suicida. Dopo la morte di Giorgio nel 1988, Assunta diventa custode della memoria di Almirante. Soprattutto partecipa attivamente al dibattito pubblico. Attacca il separatismo leghista, dice che il suo ex protetto Gianfranco Fini è “ un traditore “, conduce una crociata contro Beppe Grillo e mette in dubbio le capacità intellettuali e politiche di Giorgia Meloni, leader del partito erede del Msi, divenuto MSI-DN (Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale).

Lungi dall’essere una semplice devota di fronte all’opera del marito, si era adoperata per mantenere la linea del “grande diritto”, voluta fin dall’inizio degli anni ’70 dal MSI guidato da Almirante. Una destra conservatrice, nazionale, che non avrebbe dovuto né ripristinare il vecchio ordine né ripudiarlo. Nel crepuscolo della sua esistenza, fu Francesco Storace, il capo dei Destra, a sostenerla. Assunta Almirante scompare quando l’erede del partito MSI ottiene il record delle intenzioni di voto alle urne.

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