“Ciao Italia” la mostra che ripercorre l’immigrazione italiana grazie a Cannois…

Il poster è proprio lì pieno di colori su uno sfondo nero: la vita è bellaDi Federico Fellini. Con il grande Marcello Mastroianni e la scultrice Anita Ekberg, che abbiamo voluto tuffare in una fontana romana. Nel 1960 il film fece scandalo in Italia ma ricevette la Palma d’oro sulla Croisette. tipo cosa…

Ma come ricorda Jean-Michel Arnaud (Vice Commissario Comunale alla Cultura) durante l’inaugurazione della mostra Ciao Italiae La vita della comunità italiana a Cannes non è sempre stata la vita è bellaMa è comunque un modello di integrazione».

Tanto che, troppo spesso, quelli soprannominati “les rital” davano nomi francesi ai loro figli, ea volte avevano smesso di praticare la loro lingua madre in casa.

diverse onde

Attraverso pannelli didattici mutuati dal Museo Nazionale di Storia dell’Immigrazione, il Centro Archivi Contemporanei di Calmette rievoca queste migrazioni dei nostri vicini d’oltralpe attraverso il territorio nazionale, dal 1860 al 1960. Il primo impulso alle migrazioni è stato quello imprenditoriale, prima che politico, e anche turistico oggi. Anche Cannes ha dato il suo contributo, con segnali più strettamente legati alla sua comunità locale.

C’erano diverse onde.spiega Magali Clavo, il nuovo direttore dell’archivio comunale.

A metà del XVIII secolo, i lavoratori stagionali arrivarono per la prima volta a coltivare viti, ulivi e grano, oltre a profumare i fiori per l’erba.

Durante il periodo della Belle Epoque, la Croisette divenne una frequentata stazione invernale di ricchi aristocratici e industriali, i cantieri furono affittati per la loro comodità (strade, alberghi, ferrovie, ville, ecc.) e il lavoro era ancora necessario.Il Piemonte lavorava. Lo stesso con l’inizio della stagione estiva e il boom economico del dopoguerra.

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Lo sapevate? Alla vigilia della prima guerra mondiale, gli immigrati italiani costituivano il 30% della popolazione di Cannes (10.000 su un totale di 30.000). L’attuale Boulevard de la République fu allora chiamato Boulevard des Italiens (1919-1945), su cui alcuni artigiani onoravano il sapere comune (molte famiglie risiedevano anche a Le Suquet o La Bocca).

Una terza ondata si verificherà quando i rifugiati politici fuggiranno dal fascismo di Mussolini. Poi un quarto con il boom turistico.

Chiama i “locali”

La buona idea è quella di aver fatto appello a Cannes di origine italiana, in modo che testimonianze e antichità completino questa epopea storica. Lì, una vecchia fisarmonica, qui una vecchia macchina per la pasta.

Tra questi discendenti c’era Jeanine Tosilo, 97 anni, con suo figlio Andrei. I suoi genitori emigrarono a Cannes nel 1923, e lei nacque nella nostra terra l’anno successivo. “Ho mantenuto i legami con Perugia, parlo italiano da lì, ma soprattutto mi sembra di essere comunque a Cannes!” , Sottolinea fortemente il nascituro.

Un’ex mamma casalinga, Jeanine ha lavorato per sviluppare l’arte della cucina italiana. “Ma oggi non faccio più molta pasta, perché ho mangiato troppa”..

Il suo piatto preferito, la sua specialità: Stuffed Who!

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About the Author: Drina Lombardi

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