Uno sguardo al centenario del Partito Comunista Italiano

Attraverso Juliette Haudidier | Postato il 31/01/2021 alle 07:00 | Aggiornato il 31/01/2021 alle 07:00

Il 21 gennaio 1921, a Livorno, città costiera della Toscana, fu creato il Partito Comunista Italiano (PCI), che sarebbe diventato uno dei più importanti dell’Europa occidentale. Nonostante il suo scioglimento nel 1991, il suo anniversario ha scatenato una vera e propria “PCI-mania” in tutto il paese.

La stampa italiana, in particolare quella di sinistra, ha voluto rendere omaggio a questo vero colosso politico che ha influenzato la vita politica e la storia della penisola, e questo nonostante un’eredità controversa. Per questo molti libri e giornali sono stati dedicati a questo omaggio, in particolare il quotidiano romano Il Venerdi che già lo scorso novembre aveva dedicato un intero numero a un’indagine sulle origini del partito, dal titolo “C’era una volta il PCI”. Inoltre, un sito web è stato appositamente progettato per celebrare l’evento.

Ricordiamo, il PCI è nato dalla scissione dell’ala sinistra del Partito socialista italiano durante il Congresso di Livorno. Questo nuovo ramo è guidato prima da Amadeo Bordiga, poi dal famoso filosofo marxista Antonio Gramsci. Nel 1926 Benito Mussolini decise di sciogliere il nuovo partito. Costretto all’esilio, si ricompose all’estero e si impegnò attivamente nella lotta antifascista. Vero prestanome della resistenza, alla fine della guerra il PCI si fa coinvolgere nella ricostruzione della Repubblica partecipando alla stesura della Costituzione del 1947. La sua adesione al Cominform segna il suo passaggio all’opposizione da cui non uscirà . così rapidamente negli anni ’70.

Gli anni di piombo segnarono l’inizio di una crisi politica di grande portata con in particolare il fallimento dello storico Compromesso che prevedeva l’ingresso del PCI nel governo. Inoltre, le difficoltà del comunismo negli anni ’80 portarono il partito in un difficile processo di ristrutturazione che portò a una scissione tra la maggioranza riformista nel Partito Democratico di Sinistra (PDS) e la minoranza conservatrice nel Partito Comunista di Rifondazione. (PRC). Questo evento, noto come la “svolta di Bologna” nel novembre 1989, ha segnato la sua definitiva scomparsa.

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Tuttavia, per capire la popolarità del centenario, devi guardare i numeri. Infatti, dal 1945 al 1991, il PCI è stato il secondo partito più grande della penisola. Noto come il grande partito delle masse, per molto tempo raccolse quasi il 30% dei voti, raggiungendo il record nel 1976 alle elezioni legislative con quasi il 34,4% dei voti espressi. Eterno secondo in Italia, resta il primo partito comunista del mondo occidentale, in termini di risultati elettorali.

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