Trasporti: In Italia lo sciopero è vietato a Natale

Trasporti: In Italia lo sciopero è vietato a Natale

Mentre l’articolo 40 della Costituzione italiana autorizza il diritto di sciopero, quest’ultimo non deve interferire con le libertà individuali. Pertanto, durante le vacanze scolastiche e le feste di fine anno, i movimenti sociali che tutelano il diritto alla libera circolazione sono vietati.

regolamenti severi. Quasi 200.000 passeggeri saranno interessati, da questo giovedì 22 a lunedì 26 dicembre, da uno sciopero degli osservatori della SNCF. Complessivamente, nonostante un periodo molto intenso in termini di viaggi, saranno in circolazione due TGV su tre. Se la legislazione francese consente i movimenti sociali anche durante le feste, l’Italia ha un’opinione più decisa su questo tema.

Infatti, secondo Articolo 40 della Costituzione transalpinaIl diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano. Ma se lo consentono, lo vietano in certi periodi dell’anno a causa della “particolare intensità del traffico”.

Pertanto, i movimenti sociali non sono autorizzati dal 17 dicembre al 7 gennaio, dal 27 giugno al 24 luglio, dal 28 luglio al 3 settembre, dal 30 ottobre al 5 novembre, nonché i cinque giorni prima e dopo Pasqua e il giorno prima di Pasqua . Il giorno successivo e qualsiasi giorno in coincidenza con elezioni o referendum nazionali.

organizzazione completa

Questo regolamento riguarda sia il settore pubblico che quello privato. Per quanto riguarda gli scioperi dei trasporti pubblici, è possibile pianificarli in modo che i viaggiatori possano organizzare i loro viaggi. La legge stabilisce poi l’obbligo di preavviso di almeno dieci giorni prima dell’inizio dell’azione sociale, indicandone la durata e le motivazioni.

Occorre poi inviare una comunicazione alla Commissione di Garanzia Sciopero (Comitato di garanzia dello sciopero: ndr), Dove puoi trovare tutti i successi annunciatial Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma anche alla stampa con tutti i dettagli dello sciopero.

Come in Francia, un servizio minimo deve essere fornito nelle ore di punta anche nel giorno del movimento sociale, cioè dalle 7:00 alle 10:00 e dalle 18:00 alle 21:00.

L’autorità autonoma, i cui membri sono nominati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, deve vigilare sul rispetto di tale normativa. In caso di scostamenti, i sindacati possono essere penalizzati sospendendo i finanziamenti pubblici che ricevono.

“Le organizzazioni di lavoratori che promuovono o aderiscono allo sciopero in violazione delle disposizioni dell’articolo 2 hanno diritto al congedo sindacale corrisposto o alla quota sindacale detratta dal salario, o entrambi sospesi per la durata dello sciopero, e comunque, complessivamente, una somma economica di non inferiore a 2.500 euro e non superiore a 50.000 euro tenuto conto dell’entità della forza lavoro, della gravità della violazione, della possibilità della sua reiterazione e della gravità degli effetti dello sciopero sul pubblico impiego”. Si riferisce alla legislazione.

“Questi stessi sindacati possono anche essere esclusi dalle trattative alle quali partecipano per un periodo di due mesi dopo la cessazione della condotta. Le quote sindacali trattenute dallo stipendio sono versate all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’Amministrazione dell’assicurazione contro la disoccupazione obbligatoria”.

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