Tinto Brass, Ultra Eros – Liberazione

Tinto Brass, Ultra Eros – Liberazione

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L’uscita di “The Key” e “Miranda”, due film divertenti e divertenti che segnano una svolta nella carriera del regista libertario italiano.

Alcune chiavi non solo aprono porte, ma rompono serrature, liberano corpi e menti, accolgono nel piacere gli impulsi disturbati e, insomma, aprono la strada a un piacere completo, nutrito tanto dai misteri dell’apertura da cui emerge quanto in questo la libertà sovrana, che è stata conquistata attraverso un’ardua lotta contro i tabù e le catene imposte da una moralità mortale. A questo proposito, il tasto (1983), l’adattamento di Tento Brass di un romanzo dello scrittore giapponese Junichiro Tanizaki, è all’altezza del suo titolo, non solo per l’argomento – il “rinascimento” sessuale mediato dalla lettura del diario – ma anche per ciò che il film incarna. Costituisce di per sé una tappa fondamentale nel lavoro di emancipazione del regista, che ora lo volge verso un erotismo solare, interamente devoto al piacere femminile e alla bellezza abbagliante delle sue attrici affascinanti.

Tuttavia, questa non era la prima volta che Tinto (soprannominato il nonno pittore, nel quale vedeva il Tintoretto in erba) affrontava direttamente la sessualità. Meno pericoloso e fastidioso di Salotto del gattinomeno pratico dello splendido peplo Caligola, il tasto È più che musica da camera. Anche se girato per lo più in interni, Brass trasporta il romanzo di Tanizaki nell’Italia fascista del 1940, a Venezia. “La città umida, la sessualità femminile in Europa” Secondo Apollinaire – che la considera un’estensione del corpo femminile con le sue strade strette

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About the Author: Drina Lombardi

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