“Risultati modesti”: l’Ufficio di controllo dello Stato spiega la politica di prevenzione sanitaria

La Corte dei Revisori ha pubblicato un nuovo rapporto dedicato alla prevenzione sanitaria di tre grandi famiglie di malattie: tumori e malattie cardiovascolari o malattie cardiovascolari e diabete. La Corte rileva che i risultati ottenuti sono stati generalmente modesti, nonostante sforzi finanziari simili a quelli dei paesi vicini.

Mentre la Francia spende circa 15 miliardi di euro per la sua politica di prevenzione sanitaria, la Corte dei conti, in un nuovo rapporto pubblicato mercoledì 1 dicembre, deplora i “modesti risultati”.

Espansione continua delle tre malattie analizzate, e di conseguenza dei grandi numeri di pazienti coinvolti (3,9 milioni di persone con diabete, 5,1 milioni con malattie cardiovascolari e 3,3 milioni con cancro). Assicurazione sanitaria, ovvero quasi 50 miliardi di euro, conti giudiziari.

I programmi di prevenzione medica (vaccinazione e screening), come le misure di promozione della salute, soffrono di un supporto insufficiente e di una diffusione insufficiente per avere impatti significativi, hanno analizzato i saggi di Cambon Street. È il caso, in particolare, degli screening sistematici dei tre tumori coinvolti (cervicale, colon-retto e mammario), per i quali i tassi di partecipazione sono molto inferiori a quelli dei nostri vicini europei. La corte rileva altre carenze, incluso il numero di screening per il diabete di tipo 2 o NRT che avvantaggia solo il 6,6% dei 13 milioni di adulti che fumano ogni giorno.

Questi risultati sono esacerbati dalle forti disparità sociali e regionali che caratterizzano i pazienti affetti da queste tre malattie, con rammarico della Corte. Le popolazioni svantaggiate a basso reddito sono le più colpite. Allo stesso modo, alcune aree come il quadrante nord-est, i territori d’oltremare e molti distretti urbani situati in aree scarsamente popolate sono più colpite di altre.

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Nell’ambito della legge sulla modernizzazione del sistema sanitario 2016 (LMSS), il governo ha adottato il “Piano nazionale di sanità pubblica – Prevenzione prioritaria” (PNSP), che affronta tutti i determinanti della salute. Il rapporto rileva che per tutte le principali malattie, il PNSP si limita a fare riferimento ad altri piani senza stabilire alcuna associazione o integrazione di obiettivi e che è difficile da applicare alla regione e non può essere realmente valutato.

La Corte raccomanda di fissare obiettivi coerenti tra loro e ad essi collegati con indicatori quantitativi, al fine di monitorarne l’attuazione nel tempo, e consentire una chiara ripartizione dei ruoli tra i vari attori nazionali e regionali (in particolare l’ARS).

Il rapporto raccomanda inoltre l’uso della leva digitale, che consentirebbe in particolare di identificare le disuguaglianze sociali e regionali nel maggior livello di dettaglio possibile e di rivolgersi a un pubblico prioritario che non ha ancora accesso alla prevenzione.

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