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unNessuno di questi dati consente un confronto dell’efficacia di un vaccino rispetto a un altro: solo queste due aziende hanno condotto, nel caso di Moderna, nuovi test con un piccolo gruppo di 40 pazienti e, nel caso di Pfizer, rianalisi dei dati sui contagiati e persone vaccinate in due paesi, Qatar e Israele.

Ma questi dati contribuiscono a dissipare parte della foschia che ha circondato le varianti per mesi: quasi tutto ciò che è stato scritto sull’efficacia (o l’inefficacia) dei vaccini contro questi “mutanti” si è basato su osservazioni che potrebbero essere incomplete: le variabili hanno impiegato molto tempo per diventare un numero statisticamente sufficiente, in modo da avere un numero sufficiente di persone che vengono vaccinate in modo da poter iniziare a confrontare le persone che sono state infettate con cosa. Il Qatar e Israele hanno rappresentato un’opportunità perché hanno vaccinato molto rapidamente un’ampia porzione della loro popolazione.

Secondo due studi pubblicati da Pfizer, il vaccino preverrà le peggiori conseguenze dell’infezione con le varianti B.1.1.7 (“britannico”) e B.1.351 (“sudafricano”), come la polmonite grave, anche negli anziani. Persone. Il primo studio è stato pubblicato in New England Journal of Medicine, Sulla base di un’analisi dei dati per 200.000 persone infette in Qatar tra il 1 febbraio e il 21 marzo, periodo durante il quale la vaccinazione di massa era in pieno svolgimento. All’inizio di marzo, quasi la metà di questi infortuni sono stati causati dalla variante sudafricana e circa l’altra metà dagli inglesi. Il secondo studio pubblicato in Il bisturi, Basato su 230.000 casi di infezione verificatisi in Israele tra il 24 gennaio e il 3 aprile. Durante questo periodo, quasi tutte le infezioni in questo paese sono state causate dall’alternativa britannica, ma nonostante ciò, si dice che il vaccino abbia prevenuto circa il 95% delle infezioni.

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I due studi anche, di sfuggita, confermano l’importanza della seconda dose: nel caso israeliano l’efficacia del vaccino Pfizer nel prevenire i decessi aumenterebbe dal 77% al 97%, dalla prima all’ultima, e la seconda dose .

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