L’Italia, un paese delle meraviglie

L’Italia, un paese delle meraviglie

“Sti incontrerai la prossima volta? Lo ha chiesto il cancelliere tedesco Helmut Kohl a Romano Prodi, neoeletto primo ministro. Era il 1996. Ventisei anni dopo, l’instabilità politica in Italia è ancora sorprendente.

Giovedì 21 luglio I siti dei giornali italiani mostravano due immagini: le foto della carriera della famosa astronauta italiana Samantha Cristoforetti e una sagoma dell’ex presidente del consiglio Mario Draghi, amareggiato e deluso, costretto a dimettersi. Per la terza economia dell’UE, la possibilità di abbracciare il sogno del lusso dopo due anni di pandemia e lockdown, di cogliere le opportunità di ripresa e di crescita, è stata negata dal cieco egoismo di alcuni, che meglio si può definire un “giardino degli gnomi”.

La garanzia di uscita, incarnata dall’ex banchiere Mario Draghi, è stata ripudiata. Il prossimo 25 settembre gli italiani furono chiamati a votare. Questo in un contesto di incertezza globale, nel mezzo di tre crisi internazionali intrecciate: il perdurante conflitto ucraino, l’insicurezza in termini di approvvigionamento energetico e l’inflazione. Sorge spontanea una domanda: c’è mai stato un momento in cui questo eccentrico paese ha operato al di fuori dei reciproci interessi personali?

Mi aspetto che l’Italia sia completamente libera dalla politicizzazione: diventeremo un grande corpo senza nervi, senza reazioni.

cento A distanza di anni dalla sua nascita, l’intellettuale non classificato Pier Paolo Pasolini resta un punto di riferimento per cercare di capire questo Paese dalle mille contraddizioni. In un’intervista del 1975 un giornalista gli chiese: “Quali sono le sue aspettative per il futuro?” La sua risposta fu profetica: “Mi aspetto che l’Italia sia completamente depoliticizzata: diventeremo un grande corpo senza nervi, senza reazioni. Lo so: comitati di quartiere, partecipazione dei genitori nelle scuole, politiche dal basso… ma queste sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche e, in definitiva, apolitiche. La strada maestra, fatta di brontolone e solitario egoismo, è già stata tracciata. Forse rimarranno, come sempre in passato, delle strade: ma non so chi la percorrerà e come. »

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Infatti, se il disimpegno e il disimpegno politico di oggi sono verificati ovunque in Europa dall’aumento dei tassi di astensione (28% nel 2022 in Francia, 27% nel 2018 in Italia), l’Italia è un caso speciale. È caratterizzato da un accresciuto individualismo, provocato dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni e da evidenti difficoltà nella gestione dello Stato.

esca, trappola, esca

La capacità di soddisfare i propri bisogni da soli “malgrado lo Stato e la politica”, e l’atteggiamento intraprendente dei cittadini, è accompagnata da un sentimento di disillusione politica. Non è un caso che le figure politiche oggi più apprezzate siano quelle che sanno promettere il fascino del regime autoritario e le paure vicine. Del Popoloa scapito della trasformazione radicale e del populismo.

Il 20 luglio queste forze hanno fallito il voto di fiducia al Senato e hanno deciso le sorti dell’Italia: il Movimento Cinque Stelle, le forze populiste di destra e di estrema destra, la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi, lo sanno tutti. Persero il loro fascino originario, e Fratelli d’Italia, partito di estrema destra Guidati da Giorgia Meloni, i numeri favorevoli dei sondaggi li hanno rassicurati, privilegiando l’interesse elettorale rispetto a quello nazionale. Probabilmente vinceranno le elezioni per le preoccupazioni economiche e sociali degli italiani, già indeboliti da anni di lenta crescita. Tutte queste forze hanno dimostrato affinità o ammirazione per Putin e il modello russo, indicando un nuovo cambiamento nella politica europea a sostegno dell’Ucraina e una nuova turbolenza geopolitica.

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Quindi l’imminente panorama politico italiano potrebbe essere particolarmente turbolento. Roberto Calasso, storico direttore dell’editoria Adelphi, ha osservato che “il sentimento più sottile e acuto, di chi vive il presente, non sa dove mettere piede ogni giorno. Il terreno si sgretola, le linee si spezzano, i tessuti sbiadiscono , le prospettive vacillano”.

In questo contesto, gli italiani possono provare a percorrere “alcune delle strade” di cui parlava Pasolini, in primis fino alle urne del 25 settembre prossimo.


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